La produzione mondiale di olio di
oliva prevista nel 2023/24 è in diminuzione rispetto alla
campagna olearia precedente (-6,3%) e con volumi complessivi al
di sotto di oltre il 20% rispetto a quelli che sono considerati
i target minimi per un corretto equilibrio tra domanda e
offerta, rischiano di prosciugare gli stock globali prima
dell'inizio della nuova stagione di raccolta delle olive per la
produzione di olio. Uno squilibrio che, sul fronte economico,
sta facendo salire i prezzi dell'olio, con effetti già ora
negativi sull'export globale. I numeri, illustrati nell'ultimo
report della Commissione europea sul mercato dell'olio a poco
più di un mese di Sol, 24/o International Olive Oil Trade Show
(in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile), stimano una
produzione pari a 2,4 milioni di tonnellate, in flessione
rispetto alla campagna 2022/23, ma soprattutto di gran lunga al
di sotto della media di 3 milioni di tonnellate degli anni
precedenti (-21%), considerata una sorta di valore soglia per un
corretto equilibrio tra domanda e offerta. A pesare anche il
fatto che secondo l'Ue le scorte comunitarie, se il trend dei
consumi dovesse mantenersi ai livelli attuali, potrebbero
esaurirsi nei primi dieci mesi del 2024, creando qualche
difficoltà nei mesi di ottobre e novembre, prima dell'avvio
della prossima annata.
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