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Fase 2: ristoratori, salvaguardare il marchio Fiumicino

Fase 2: ristoratori, salvaguardare il marchio Fiumicino

Giovedì confronto per far ripartire il sistema

fiumicino, 12 maggio 2020, 19:59

Redazione ANSA

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Fase 2: ristoratori, salvaguardare il marchio Fiumicino - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fase 2: ristoratori, salvaguardare il marchio Fiumicino - RIPRODUZIONE RISERVATA
Fase 2: ristoratori, salvaguardare il marchio Fiumicino - RIPRODUZIONE RISERVATA

 - FIUMICINO - Il settore della ristorazione, fiore all'occhiello di Fiumicino che conta circa 650 attività e chef stellati, cerca soluzioni per ripartire, a seguito dell'emergenza coronavirus, nella "fase 2". "Fiumicino è un marchio di qualità della ristorazione. Che va rilanciato e salvaguardato, soprattutto oggi con la crisi Covid che rischia di mandare all'aria il lavoro di 50 anni", spiegano i rappresentanti dell'Associazione lungomare della Salute di Fiumicino e dell'Associazione Periferia Iodata. Per questo le associazioni della ristorazione di Fiumicino si incontreranno giovedì 14 maggio alle 15 nell'hotel Tiber. Sarà l'occasione per parlare e discutere con due esperti, Claudio Pica, presidente dell'Associazione Esercenti Pubblici Esercizi di Roma, ed il delegato Aeper Ostia e Fiumicino, Claudio Pirozzi, delle problematiche che vive il settore in questo periodo e "trovare soluzioni adeguate per far ripartire tutto il sistema". I ristoratori hanno già lanciato un appello e delle richieste al sindaco Esterino Montino: stop ad Imu e Tari per i mesi di marzo, aprile e maggio ed abbattimento del 50 per cento per gli anni 2020 e 2021; sospensione della tassa sul suolo pubblico e che parte del fondo straordinario per le emergenze sia destinato alle attività di ristorazione chiuse. "La ristorazione e l'attività balneare - spiegano lo chef stellato Gianfranco Pascucci e Massimiliano Mazzuca, a nome delle associazioni Lungomare di Fiumicino e Periferia Iodata - sono un traino fondamentale per l'economia comunale. Senza un sostegno si rischia un effetto domino: chiusura delle attività, emorragia occupazionale e default per le casse comunali che verrebbero private di uno dei maggiori introiti fiscali".

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