"Nuova beffa per diversi
pescatori delle marinerie sarde, comprese quelle della costa
oristanese. La tesoreria dello Stato ha bloccato il pagamento
degli indennizzi relativi ai danni subiti dagli operatori in
funzione della presenza delle servitù militari. Infatti, a causa
di un pignoramento operato da terzi nei confronti del ministero
della Difesa, la liquidazione è bloccata". Lo denuncia, in una
nota, il consigliere regionale di Forza Italia in Sardegna,
Emanuele Cera, in merito alle proteste dei pescatori sardi che
si vedono bloccati i pagamenti per i ristori del fermo pesca a
causa delle esercitazioni militari nei poligoni dell'Isola. E
proprio gli operatori della pesca, nei prossimi giorni,
decideranno le forme di protesta a terra e in mare.
"Ho ricevuto numerose e giustificate lamentele e
preoccupazioni dai Sindaci e dagli amministratori dei comuni
interessati, dai numerosi operatori del comparto e da chi li
rappresenta" - dice Cera - Il blocco degli indennizzi è stato
annunciato alle amministrazioni comunali dalla Banca d'Italia,
dopo una sentenza del tribunale di Milano, che in via cautelare
ha pignorato i conti del ministero. I pescatori sono in
subbuglio, annunciano azioni clamorose e non posso biasimarli".
Un problema, che riguarda centinaia di pescatori,
dall'Oristanese, al sud Sardegna all'Ogliastra: "È assurdo che
una battaglia durata decenni venga vanificata è messa in
discussione per un cavillo burocratico".
A questo si aggiunge l'annosa questione delle esercitazioni a
Capo Frasca. "A tal proposito - ricorda Cera -, occorre
evidenziare il ritardo e il disimpegno della presidenza della
giunta regionale di fronte alla necessità di rendere fruibili
gli specchi d'acqua e le spiagge insistenti nella base militare,
relativamente al periodo di fermo delle esercitazioni e
riconoscere e ristorare il danno anche ai pescatori ancora
esclusi per via di una norma poco chiara contenuta nel
protocollo d'intesa. Anche per questo motivo, nel golfo di
Oristano si rincorrono le voci di una imminente presa di
posizione eclatante, come l'occupazione degli spazi interdetti".
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