Dal supplì al cono gelato, al fiasco
di vino alla pasta ripiena alla pizza, alla frittata di pasta,
fino alle variegate forme di pasta secca e al panettone. Il cibo
made in Italy si mangia anche con gli occhi e diviene patrimonio
di design, anch'esso da esportare come ambasciatore delle
eccellenze nazionali.
Proprio cibo e design è stato il tema scelto per la Giornata
del Made in Italy in un evento organizzato dal Cluster Agrifood
Nazionale Clan
A intervenire ricercatori, designer, tecnologi alimentari,
rappresentanti delle istituzioni e aziende italiane per aprire
un dialogo fra alcuni settori strategici del made in Italy uniti
da un unico denominatore: la qualità del saper fare italiano
riconosciuto nel mondo, sinonimo di 'bello, buono e ben fatto'.
"Noi siamo percepiti come leader di prodotti di qualità, per
cui la Giornata Nazionale del made in Italy, che nasce in onore
di Leonardo Da Vinci, deve essere di ispirazione per le nuove
generazioni, affinché partecipino anche esse a questo
straordinario processo che ha fatto dell'Italia il luogo più
bello dove creare e produrre qualcosa che stupisca il mondo",
ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo
Urso, in un videomessaggio.
Al centro del dibattito la costruzione di sinergie "per
progredire nell'innovazione e nella ricerca da applicare al
sistema agroalimentare" rendendolo così "ancora di più
identificativo e alfiere della nostra italianità", ha
sottolineato Paolo Mascarino, presidente del Clan e di
Federalimentare. Secondo Emanuele Marconi, presidente Cts del
Clan e direttore del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la
Nutrizione (Crea) "oggi si sostanzia un nuovo modo di fare
ricerca nel settore dell'agroalimentare italiano con una più
stretta collaborazione tra tecnologi, nutrizionisti e designer
del cibo, antropologi e altre figure professionali, che
arricchiranno con le loro competenze il valore dei nostri
alimenti". Infine ha richiamato all'urgenza di "aprirsi a nuovi
modelli alimentari" il presidente del Consiglio dell'Ordine
Nazionale dei Tecnologi Alimentari (Otan), Laura Mongiello
"senza pregiudizi ideologici, valutandone tanto i potenziali
benefici quanto i possibili rischi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA