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Ancora forti effetti sui prezzi a 2 anni dall'inizio della guerra in Ucraina

Ancora forti effetti sui prezzi a 2 anni dall'inizio della guerra in Ucraina

C.r.c., a Roma +22% per 1Kg di pane, +38,9% a Milano per l'olio di semi

ROMA, 26 febbraio 2024, 09:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina, in Italia i prezzi al dettaglio di alcuni prodotti di largo consumo continuano ancora oggi a risentire delle conseguenze del confitto bellico. Lo afferma il Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) che ha messo a confronto i listini di pane, pasta e olio d'oliva in 5 grandi città italiane per capire come siano cambiati i prezzi dal periodo pre-conflitto a oggi. Lo dimostrano i dati emersi dallo studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) che, rielaborando i numeri forniti dall'Osservatorio prezzi e tariffe del Mimit, ha analizzato i listini di pane fresco, pasta di semola e olio di semi di girasole in 5 città italiane mettendo a confronto i prezzi in vigore a gennaio 2022.

"Come noto l'invasione della Russia in Ucraina nel febbraio del 2022 portò a forti tensioni sul mercato delle materie prime alimentari - ricorda Furio Truzzi, presidente del C.r.c. - Le quotazioni internazionali di grano e mais balzarono alle stelle come conseguenza del blocco alle importazioni da Ucraina e Russia".

Secondo lo studio del C.r.c., a Roma un chilo di pane costa oggi in media il 22% in più rispetto a due anni fa, +14,7% la pasta; a Milano l'olio di semi di girasole costa addirittura il 38,9% in più, +23,2% la pasta. Fortissimi i rincari a Bologna: rispetto al periodo pre-guerra, l'olio di semi costa il 47,2% in più, +31,3% la pasta. A Napoli il pane è aumentato in media del 23,9%, la pasta del 17%, con spaghetti, penne e fusilli che costano a Palermo il 19,3% in più su gennaio 2022 (+9,2% il pane).

Le città del sud, però, sono quelle registrano dati in controtendenza per quanto riguarda i prezzi al dettaglio dell'olio di semi di girasole: qui i listini scendono del -13,2% a Napoli e del -4% a Palermo rispetto al periodo pre-conflitto, mentre Roma registra prezzi stazionari. 
   

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