Rispetto all'Intelligenza
artificiale, "alla infinita volontà di potenza della tecnica,
alla sua emulazione divina, deve porsi un indirizzo e un limite,
etico e giuridico, a tutela della dignità della persona. Il
rischio, altrimenti, è che le tecniche divengano sempre più
opache, i nuovi arcana imperii, mentre le persone sempre più
trasparenti, secondo l'idea dell'uomo di vetro cara a sistemi
tutt'altro che democratici". Lo ha detto ieri il presidente del
Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, in occasione dello
State of Privacy a Roma.
"L'Europa sta tentando di farlo, con una disciplina, la prima
al mondo, che molto deve anche alla protezione dei dati: nel
modello, negli istituti, ma soprattutto nella sua aspirazione di
fondo: porre la tecnica al servizio dell'uomo e della sua
libertà, mai viceversa. E proprio facendo leva sulle norme più
lungimiranti del Gdpr e sulla trasparenza che si deve esigere
rispetto alle neotecnologie, il Garante ha dimostrato come la
protezione dei dati possa rappresentare un fattore di corretto
indirizzo dell'IA, non bloccandone lo sviluppo ma impedendone
derive incompatibili con il primato della persona".
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