Rivolgersi alla Polizia postale,
usare un dispositivo sicuro per chiedere aiuto, non cancellare
messaggi o app sospette sul telefono perché si eliminano prove
utili per una denuncia. Sono alcuni consigli contenuti nel
vademecum stilato dal progetto europeo DeStalk che si prefigge
di combattere la violenza di genere online.
"Il mezzo è virtuale, ma l'abuso è reale e i suoi effetti
sono concreti", spiega DeStalk. Secondo una ricerca di Un Women,
l'ente per l'uguaglianza di genere delle Nazioni Unite, una
donna su 10 nell'Unione europea ha subito molestie informatiche
dall'età di 15 anni. In Italia - dice uno studio
dell'associazione no profit Permesso Negato - sono circa 2
milioni le vittime di diffusione non consensuale di materiale
intimo, fenomeno comunemente conosciuto come revenge porn.
Revenge porn, stalking online, linguaggio d'odio o denigratorio
sui social, limitazione nell'accesso alla tecnologia sono alcune
forme di violenza online contro le donne, spesso parte di un
continuum che si subisce anche nell'offline.
Cosa possono fare le donne per proteggersi dalle molestie
informatiche? Secondo il vademecum di DeStalk è buona norma, in
generale, preservare i propri dispositivi con password non
facilmente indovinabili; controllare le impostazioni di privacy
dei social media scegliendo il livello più alto; fare attenzione
a quello che si posta evitando contenuti che possono rivelare
spostamenti, foto, informazioni sensibili come indirizzo, data
di nascita, numero di telefono o carta di credito che possono
essere sfruttate per danneggiare te o la tua reputazione.
Se invece, nello specifico, si pensa di essere vittima di
cyberviolenza, DeStalk consiglia di rivolgersi alla Polizia
Postale (si può fare anche in anonimato e senza l'obbligo di
sporgere denuncia), in alternativa di contattare un centro
antiviolenza per ricevere assistenza e consigli su come
muoversi. Il vademecum consiglia di utilizzare un dispositivo
sicuro per chiedere aiuto. E, molto importante, non cancellare
messaggi o app sospette sul telefono, perchè si eliminano così
prove utili per tutelarsi a fronte di una denuncia. Spesso molte
donne li cancellano per rimuovere l'accaduto, una forma di
difesa mentale da opporre alla vergogna di un abuso.
"La violenza online è un problema crescente in tutto il mondo,
ancor di più dopo la pandemia di Covid-19, è spesso basata sul
genere e prende di mira donne e ragazze. La cyberviolenza
ostacola la piena realizzazione dell'uguaglianza di genere e
viola i diritti delle donne", ha dichiarato il Consiglio
d'Europa in un documento.
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