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Nei sedimenti la storia dell'antico porto sepolto di Pisa

Nei sedimenti la storia dell'antico porto sepolto di Pisa

Localizzato a sud della città, in una laguna collegata al mare

24 agosto 2018, 11:42

Elisa Buson

ANSACheck

La torre della Meloria al largo delle coste del Porto pisano nel 1284 (fonte: Filippo Gini) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La torre della Meloria al largo delle coste del Porto pisano nel 1284 (fonte: Filippo Gini) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La torre della Meloria al largo delle coste del Porto pisano nel 1284 (fonte: Filippo Gini) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le vele spiegate al vento dagli antichi romani, i ricchi traffici commerciali del Medioevo, le gloriose battaglie della Repubblica marinara. Poi l'azione dei fiumi che ridisegna il paesaggio, la linea di costa che si sposta sempre più a ovest, il declino e infine il passaggio di testimone a Livorno.

Tutta la storia dell'antico porto di Pisa (Portus Pisanus) riemerge dai sedimenti stessi che l'hanno sepolto, conservando come in una capsula del tempo i cambiamenti ambientali che ne hanno determinato l'evoluzione: ad analizzarli per la prima volta è un gruppo di ricerca italo-francese, che sulla rivista Scientific Reports pubblica uno studio utile per capire gli scenari futuri che si preparano per effetto dei cambiamenti climatici.

"Questa è la prima volta che dei dati del sottosuolo ci permettono di localizzare l'area in cui si trovava l'antico porto", spiega Monica Bini, geoarcheologa dell'Università di Pisa. "Le fonti storiche ne documentavano la presenza, e pure gli scavi dell'archeologa Marinella Pasquinucci avevano già riportato alla luce alcune strutture annesse, come i magazzini: quello che mancava, però, era la sua esatta ubicazione". La soluzione è arrivata grazie all'analisi geomorfologica del territorio a sud di Pisa, culminata con un carotaggio che si è spinto fino a 9 metri di profondità: gli strati di sedimenti, che conservano microfossili e tracce di pollini antichi, hanno così raccontato ben 8.000 anni di storia del territorio che ospitava l'antica zona portuale.

"Si trattava di un'insenatura naturale, una laguna con un'ampiezza di diversi chilometri e ben collegata al mare", precisa Veronica Rossi, geologa dell'Università di Bologna. "Era un luogo ideale per riparare le imbarcazioni e l'uomo non ha dovuto fare altro che adattarsi, senza apportare modifiche".

Successione di sottosuolo analizzata in dettaglio (fonte: Veronica Rossi)

 Col passare dei secoli, però, "i sedimenti depositati dai fiumi hanno spinto la linea di costa sempre più a ovest: l'accesso al mare si è ridotto e la laguna si è chiusa, diventando intorno al XVI secolo un lago costiero e poi una pianura alluvionale". Conoscere la storia di Portus Pisanus aiuterà sicuramente gli archeologi a pianificare i loro prossimi scavi, ma non solo: "guardare al passato ci permette anche di aprire una finestra sul futuro - sottolinea Monica Bini - per capire meglio come potranno evolvere le aree costiere in risposta ai cambiamenti climatici".

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