Da vastissime foreste sommerse a strutture metalliche ricche di elementi rari e preziosi, fino a scogliere simile a quelle delle barriere coralline, i microrganismi sono veri e propri architetti dei mari e degli oceani di tutto il mondo, compreso il Mar Mediterraneo. A scoprire le loro ‘opere’ è stato il gruppo di ricerca italiano e statunitense guidato dall’Università Politecnica delle Marche, che ha pubblicato i risultati sulla rivista Nature Ecology and Evolution. La scoperta di un numero così elevato e diffuso di habitat apre ora un nuovo filone di ricerca e porterà ad una nuova classificazione degli ambienti marini.
“Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana nella nostra visione di cosa crea un habitat”, commenta Roberto Danovaro, alla guida dei ricercatori. “Scoprire che in mare tantissimi grandi habitat sono generati da microorganismi – dice Danovaro – è stata una grande sorpresa”.
Che i microbi siano un motore fondamentale per il funzionamento dell’intero pianeta è cosa nota, ma il nuovo studio indica che sono anche in grado di creare degli habitat tridimensionali di grandi dimensioni, per certi aspetti equivalenti a quelli delle foreste terrestri. Gli ambienti appena scoperti sono diffusi pressoché ovunque, a tutte le latitudini e profondità. Nonostante le loro dimensioni, infatti, i microrganismi possono legarsi tra loro per formare lunghi filamenti che vanno a costituire delle vere foreste sommerse, mentre altri sfruttano le loro capacità metaboliche per costruire strutture composte da metalli o da carbonato di calcio. Tutti questi habitat offrono cibo, protezione e sostegno a tantissimi organismi diversi.
“Abbiamo dimostrato che i microbi marini sono in grado di creare estesi habitat, come dei grandi 'condomini' a più piani con tanti inquilini diversi che interagiscono tra loro”, afferma Cinzia Corinaldesi, co-autrice dello studio: “Sono ambienti unici e di valore, e meritano quindi di essere protetti”.
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