Gli episodi di acqua alta a Venezia stanno diventando sempre più numerosi e sempre più gravi, e la causa è il cambiamento climatico in corso: il collegamento è stato stabilito da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Atmospheric Science, condotto dal Laboratorio francese di Scienze Climatiche e Ambientali, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dal Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste. La ricerca ha però dimostrato anche l’efficacia del Mose nel contenere gli effetti negativi di questi eventi e del progressivo innalzamento del livello del mare, causato dal riscaldamento globale.
I ricercatori, guidati dall’italiano Davide Faranda del Laboratorio francese di Scienze Climatiche e Ambientali, hanno analizzato quattro eventi eccezionali di acqua alta che hanno interessato la città lagunare nel 1966, 2008, 2018 e 2019.
“I risultati che abbiamo ottenuto hanno evidenziato chiaramente il legame esistente tra le modifiche nella circolazione atmosferica e l'aumento della gravità degli eventi di acqua alta, sottolineando la crescente vulnerabilità di Venezia ai cambiamenti climatici”, spiega Tommaso Alberti dell’Ingv, tra gli autori dello studio. “Abbiamo analizzato anche il Mose, che si è dimostrato efficace in termini di costi e benefici per contenere gli effetti dell’acqua alta e il progressivo aumento del livello marino – aggiunge Alberti – che a Venezia viene accelerato anche dal fenomeno della subsidenza (il lento e progressivo sprofondamento del suolo)”.Gli autori dello studio ne sottolineano l’importanza per migliorare la comprensione delle cause e degli effetti legati agli eventi climatici estremi nelle città costiere. “Il nostro obiettivo a lungo termine resta quello di comprendere sempre meglio gli impatti di aumento del livello marino a Venezia – afferma Marco Anzidei dell’Ingv, co-autore della ricerca – per contribuire allo sviluppo di strategie sempre più efficaci di mitigazione, adattamento e resilienza”.
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