/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La Terra del futuro come Dune, un supercontinente arido

La Terra del futuro come Dune, un supercontinente arido

Tra 250 milioni di anni un clima impossibile per i mammiferi

27 settembre 2023, 12:28

Leonardo De Cosmo

ANSACheck

Rappresentazione grafica della temperatura sul supercontinente Pangea Ultima (fonte: Nature) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica della temperatura sul supercontinente Pangea Ultima (fonte: Nature) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione grafica della temperatura sul supercontinente Pangea Ultima (fonte: Nature) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo unico supercontinente chiamato Pangea Ultima arido e desertico, con una CO2 doppia rispetto ad oggi e con temperature impossibili per la sopravvivenza di gran parte dei mammiferi, compresi noi umani. È come sarà la Terra tra 250 milioni di anni secondo la simulazione pubblicata sulla rivista Nature Geoscience e fatta dal geografo Alexander Farnsworth, dell'Università britannica di Bristol.

A trasformare la Terra in una sorta di Arrakis, il pianeta della fantascienza di Dune, saranno le normali dinamiche geologiche, indipendentemente dalle attività umane.

Anche se in modo lento e quasi impercettibile, la superficie della Terra è in continua trasformazione: spostamenti generati dalle enormi forze attive all'interno del pianeta fanno sì che i continenti siano in movimento. È la cosiddetta deriva dei continenti, movimenti che portano i continenti a 'vagare' fino a incontrarsi a formare un unico supercontinente per poi separarsi di nuovo e poi riunirsi ancora in modo ciclico, come indica lo studio del 2021 guidato da Ross Mitchell, dell'Accademia delle Scienze Cinese e pubblicato sulla rivista Nature Review. Oggi viviamo nel mezzo di uno di questi grandi cicli: l'ultimo supercontinente chiamato Pangea si frantumò circa 200 milioni di anni fa, e usando tutti i dati al momento disponibili, i ricercatori britannici hanno realizzato una simulazione di come potrebbe essere il suo clima fra 250 milioni di anni. È emerso uno scenario radicalmente diverso da quello di oggi: "sembrerebbe che per la vita ci sarà in futuro un periodo ancora più difficile", ha commentato sul sito di Nature la geologa del Centro di ricerca tedesco per le geoscienze a Potsdam, Hannah Davies. "È un po' deprimente", ha aggiunto.

 

 

Rappresentazione grafica del supercontinente Pangea Ultima (fonte: Alex Farnsworth e Chirs Scotese)

 




Secondo la simulazione, il prossimo supercontinente Pangea Ultima si posizionerà all'equatore e di fatto sarà una sorta di enorme deserto, caratterizzato da temperature altissime: "mediamente più calde di 25-30 gradi centigradi rispetto a quelle attuali", ha dichiarato Farnsworth alla rivista Newsweek. A determinare temperature così alte sarà una combinazione di fattori, non solo la dimensione del supercontinente, che non permetterebbe l'arrivo della pioggia nelle zone centrali, ma anche la maggiore attività vulcanica, che porterebbe al possibile raddoppio della CO2 nell'atmosfera, e un'attività solare più intensa (dovuta all'invecchiamento della nostra stella) che renderà ancor più secca l'aria. E il tutto, sottolinea la ricerca, senza tenere in considerazione l'impatto umano sul clima perché giudicate ininfluenti su previsioni di così lungo periodo.

Un ambiente simile renderebbe impossibile la vita per molte specie di mammiferi, che vedrebbero ridursi le potenziale aree abitabili ad appena l'8% della superficie terrestre rispetto all'attuale 66%. Uno scenario che trasformerebbe radicalmente l'albero della vita, obbligando i mammiferi a nuove soluzioni evolutive e che probabilmente porterebbe alla comparsa di nuove specie dominanti. Se l'uomo dovesse ancora esistere, aggiungono i ricercatori, vivrebbe forse nelle caverne e diventerebbe notturno, in modo simile alla vita descritta sul pianeta Arrakis di Dune, ma "immagino che, se potessimo - ha detto Farnsworth - sarebbe meglio lasciare il pianeta per trovarne uno più vivibile".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza