A provocare il più violento terremoto marziano, di magnitudo 4.7 registrato il 4 maggio nel 2022 dalla sonda InSight, non sarebbe stato l’impatto di un meteorite, ma un movimento tettonico interno. La scoperta, che si deve al gruppo di ricerca coordinato da Benjamin Fernando, dell’Università di Oxford e pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, suggerisce che Marte avrebbe una vita geologica ancora poco conosciuta.
Marte è un pianeta per molti aspetti simile alla Terra ma si ritiene che al suo interno non ci sia più una vera e propria attività geologica, tanto che il pianeta è privo di un campo magnetico simile a quello che viene generato dai movimenti del nucleo della Terra, né tantomeno ci sia una vera e propria attività tettonica. Ma a mettere in dubbio queste conoscenze sono alcuni dei dati rilevati dalla recente missione della Nasa InSight, una sorta di stazione sismica capace di misurare la debole attività del pianeta rosso. Nel corso dei 4 anni di attività InSight ha registrato vari tipi di terremoti, sempre piuttosto deboli, molti dei quali erano dovuti all’impatto di meteoriti sulla superficie, che a differenza della Terra non vengono rallentati dall’atmosfera.
Il 4 maggio del 2022, pochi mesi prima di spegnersi, la sonda della Nasa ha però rilevato una scossa piuttosto forte, di magnitudo 4.7, le cui vibrazioni avevano riverberato attraversando il pianeta per almeno 6 ore. Si riteneva a produrre il terremoto o, meglio, il martemoto, fosse stato un meteorite ma un’indagine senza precedenti, capace di coinvolgere gruppi di ricerca di tutte le sonde attive attorno a Marte, non solo quelli americani ed europei ma anche cinesi, indiani e emiratini. I dati dei vari satelliti in orbita sono stati usati per identificare eventuali segni di impatti di meteoriti che avrebbero potuto generare il sisma. Ma le ricerche non hanno scoperto nessuno nuovo cratere e lo studio ha dunque concluso che a generare il terremoto sia stata una qualche attività tettonica o più probabilmente un evento dovuto a fenomeni di restringimento della crosta, dovuto al raffreddamento ma di cui non sono chiare le dinamiche.
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