Il nostro pianeta 600 milioni di anni fa non era interamente ricoperto da ghiacci come proposto dalla teoria della 'Terra a palla di neve', ma assomigliava piuttosto a una palla di fanghiglia: zone ospitali per la vita con acqua allo stato liquido sarebbero infatti sopravvissute non solo all'equatore ma anche a nord del tropico del Cancro, offrendo rifugio a molti organismi marini. E' quanto emerge dall'analisi di sedimenti ricchi di fossili rivenuti nel sud della Cina e risalenti a 654-635 milioni di anni fa. I risultati dello studio, che hanno suscitato qualche perplessità tra gli esperti, sono pubblicati sulla rivista Nature Communications da un gruppo internazionale di ricerca guidato da Huyue Song dell'Università cinese di geoscienze a Wuhan.
I sedimenti esaminati sono ricchi di fossili di organismi complessi che assomigliano alle alghe fotosintetiche che vivono sui fondali marini: dunque è possibile che la luce del sole riuscisse a penetrare senza essere schermata dai ghiacci. Inoltre le analisi chimiche indicano la presenza di composti azotati in quantità paragonabili a quelle degli oceani moderni, suggerendo dunque che nell'acqua azoto e ossigeno erano liberi di interagire fra loro: questo presuppone che l'acqua di questi oceani non fosse ricoperta da una calotta di ghiaccio, ma fosse libera di scambiare ossigeno con l'atmosfera.
Se questa ricostruzione venisse confermata, imporrebbe una revisione dei modelli che simulano il clima del passato. A questo proposito il sito di Science riporta i dubbi di Paul Hoffman, geologo di Harvard tra i pionieri della teoria della Terra a palla di neve. Hoffman ricorda come sia stato già molto complicato far entrare nei modelli climatici la possibilità di un equatore terrestre sgombro dai ghiacci durante i periodi 'a palla di neve': a suo parere, la possibilità che ci siano stati oceani liberi dai ghiacci anche al di là dei tropici "rende la cosa molto difficile da mandar giù".
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