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Le meduse sono più intelligenti del previsto, imparano dagli errori

Le meduse sono più intelligenti del previsto, imparano dagli errori

La scoperta cambia la nostra comprensione del cervello

25 settembre 2023, 15:02

Redazione ANSA

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La cubo-medusa Tripedalia Cystophora vive nelle paludi di mangrovie dei Caraibi (fonte: Jan Bielecki) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La cubo-medusa Tripedalia Cystophora vive nelle paludi di mangrovie dei Caraibi (fonte: Jan Bielecki) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La cubo-medusa Tripedalia Cystophora vive nelle paludi di mangrovie dei Caraibi (fonte: Jan Bielecki) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nonostante abbiano solo un migliaio di cellule nervose, contro i nostri 100 miliardi, e nessun cervello centralizzato, le meduse si stanno rivelando molto più intelligenti del previsto: in particolare le cubo-meduse tropicali, tra le creature più velenose del pianeta, sanno imparare dagli errori e dalle esperienze fatte, modificando di conseguenza il proprio comportamento, una delle capacità considerate tra le più avanzate. La scoperta, pubblicata sulla rivista Current Biology da un gruppo di ricercatori guidati dall’Università tedesca di Kiel e da quella danese di Copenhagen, cambia la nostra comprensione di ciò che possono fare i sistemi nervosi più semplici, e getta nuova luce anche sul cervello umano.

I ricercatori guidati da Jan Bielecki dell’Università di Kiel e Anders Garm di quella di Copenhagen hanno studiato la cubo-medusa Tripedalia Cystophora, che vive nelle paludi di mangrovie dei Caraibi. Qui usa i suoi 24 occhi per cacciare minuscoli crostacei tra le radici, che sono però molto pericolose per creature dotate di un corpo molle e gelatinoso: nuotare alla giusta distanza e invertire la rotta al momento esatto è dunque fondamentale.

“Il contrasto, cioè quanto è scura la radice rispetto all'acqua, viene utilizzato dalle meduse per valutare le distanze”, spiega Garm. “Ma il rapporto tra distanza e contrasto cambia ogni giorno a causa dell'acqua piovana, delle alghe e delle onde: all’inizio di ogni giorno, dunque, le meduse imparano di nuovo questo rapporto – aggiunge Garm – facendo tesoro delle informazioni ricavate dai vari tentativi falliti”.

Secondo gli autori dello studio, le applicazioni di questa scoperta sono tantissime. “Uno dei problemi principali del futuro saranno senza dubbio le varie forme di demenza: se riuscissimo a comprendere meglio cos’è la memoria – conclude Garm – che è un problema centrale nella demenza, potremmo capire meglio anche la malattia e forse contrastarla”.

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