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Risuscitati virus zombie rimasti per millenni nel permafrost

Risuscitati virus zombie rimasti per millenni nel permafrost

Possono ancora infettare. Allerta per il riscaldamento globale

28 novembre 2022, 21:07

Redazione ANSA

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Sullo sfondo il permafrost (fonte: Pixabay). Nel riquadro sei dei virus scoperti nel suolo ghiacciato (fonte: Alempic et al., bioRxiv 2022) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sullo sfondo il permafrost (fonte: Pixabay). Nel riquadro sei dei virus scoperti nel suolo ghiacciato (fonte: Alempic et al., bioRxiv 2022) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sullo sfondo il permafrost (fonte: Pixabay). Nel riquadro sei dei virus scoperti nel suolo ghiacciato (fonte: Alempic et al., bioRxiv 2022) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Risuscitati 13 virus 'zombie' che erano rimasti intrappolati per millenni nel permafrost della Siberia: il più antico risale a quasi 50.000 anni fa e, al pari degli altri, ha dimostrato di essere ancora in grado di infettare le cellule con cui è stato messo in contatto in laboratorio. Lo dimostrano gli esperimenti condotti dal gruppo internazionale guidato dal microbiologo Jean-Marie Alempic, del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs). I risultati sono online sul sito bioRxiv, dove vengono condivisi articoli non ancora revisionati dalla comunità scientifica, e dimostrano come lo scioglimento dei ghiacci dovuto al riscaldamento globale potrebbe risvegliare microrganismi sconosciuti e potenzialmente pericolosi.

I virus riemersi dalla Siberia hanno un genoma diverso da quello degli altri virus attualmente noti. Nove di loro avrebbero decine di migliaia di anni: il più antico, risalente a 48.500 anni fa, è un virus gigante che infetta organismi unicellulari noti come amebe ed è stato chiamato Pandoravirus yedoma. I ricercatori lo hanno ritrovato sepolto sotto un lago, mentre gli altri virus sono stati estratti da altre fonti, inclusa la pelliccia di un mammuth e l'intestino di un lupo siberiano, tutti sepolti sotto il permafrost. Portati in laboratorio e messi a contatto con cellule di amebe, i virus hanno dimostrato di essere ancora capaci di infettarle.

Gli studiosi concludono dunque che è "legittimo riflettere sul rischio che antiche particelle virali rimangano infettive e tornino in circolazione per lo scioglimento di antichi strati di permafrost".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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