"Il Mef ha fatto il suo lavoro: far
quadrare i conti. È stata dura e alla fine abbiamo ottenuto
tutto ciò che volevamo per una sanità più veloce nel rispondere
ai bisogni dei pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute,
Orazio Schillaci, intervistato dal Corriere della sera in merito
al provvedimento che riorganizza il sistema delle liste
d'attesa.
"I cittadini potranno ottenere visite e esami diagnostici
entro i tempi previsti in base all'urgenza. Se la prestazione
non sarà disponibile in un centro pubblico, la riceveranno in
una struttura convenzionata o giovandosi, col solo pagamento di
ticket, della libera professione del medico in regime di intra
moenia (all'interno dell'ospedale, ndr )", spiega Schillaci.
Rispetto al passato "cambia che stavolta ci saranno controlli
stringenti. Premieremo i direttori generali e sanitari delle
aziende che garantiranno efficienza e sanzioneremo le
negligenze". Inoltre gli operatori sanitari "per gli
straordinari riceveranno compensi tassati al 15%. Nella prossima
legge di Bilancio sarà inserita la defiscalizzazione di una
parte delle indennità".
La riforma, assicura il ministro, "non è per niente mini. Chi
è mai intervenuto in modo così completo e strutturale? Ora sono
definiti chiaramente i compiti e soprattutto il cittadino non
sarà lasciato solo, per legge". E alle Regioni, che affermano di
essere state escluse, Schillaci replica: "Il decreto è la
sintesi di tavoli di lavoro dove sono stati coinvolti tutti.
Rispetteremo le loro competenze, certi della collaborazione. Le
esorto intanto a spendere i fondi già stanziati per il recupero
dei tempi d'attesa accumulati durante la pandemia".
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