Negli ospedali europei ogni giorno più di 90 mila persone contraggono un'infezione legata all'assistenza. In totale sono 4,3 milioni ogni anno pari all'8% dei pazienti, senza particolari cambiamenti negli ultimi 15 anni. Sono alcuni dei dati che emergono da un rapporto pubblicato dallo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) relativo agli anni 2022-2023.
"Le infezioni associate all'assistenza sanitaria rappresentano una sfida significativa per la sicurezza dei pazienti negli ospedali di tutta Europa. Questi numeri evidenziano l'urgente necessità di ulteriori azioni per mitigare questa minaccia", ha affermato in una nota la direttrice dell'Ecdc, Andrea Ammon.
Secondo il documento, che ha analizzato i dati di 1.623 ospedali europei, le più frequenti infezioni ospedaliere sono polmoniti, infezioni delle vie urinarie o della ferita chirurgica. La novità principale è l'ingresso, tra le complicanze infettive, di Covid-19, che è responsabile di circa il 7% di tutte le infezioni acquisite in ospedale.
Tra le tendenze, l'aumento dell'uso degli antibiotici: nel 2022-2023 il 35,5% dei pazienti ha ricevuto almeno un agente antimicrobico, rispetto al 32,9% del precedente rapporto risalente al 2016-2017. Preoccupa anche la resistenza agli antibiotici: 1 microrganismo su 3 tra quelli responsabili delle infezioni ospedaliere è resistente a importanti antibiotici.
L'Italia, con quasi 430 mila infezioni l'anno è seconda solo alla Germania (580 mila) e poco avanti alla Francia (436 mila) per numero assoluto di infezioni ospedaliere. Alto anche l'utilizzo di antibiotici, che vengono prescritti al 44,7% dei pazienti ricoverati.
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