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Associazione Coscioni, la legge 40 sulla Pma compie 20 anni

Associazione Coscioni, la legge 40 sulla Pma compie 20 anni

'14mila nati l'anno dopo stop a suoi divieti incostituzionali'

ROMA, 09 febbraio 2024, 10:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La legge 40 sulla Procreazione medicalmente assistita compie 20 anni e sono circa "14.000 i bambini all'anno nati dopo l'eliminazione di divieti incostituzionali che la legge prevedeva". A sottolinearlo è l'Associazione Luca Coscioni. "Grazie alle conquiste raggiunte con l'intervento della Corte costituzionale - afferma Filomena Gallo, segretaria dell'associazione - dal 2010 ogni anno nascono circa 14.000 bambini che altrimenti non sarebbero mai nati.
    Continueremo a ricorrere ai tribunali per eliminare gli ultimi divieti".
    Il 10 febbraio 2004 veniva infatti approvata dal Parlamento la legge 40, 'Norme in materia di procreazione medicalmente assistita'. Il 19 dello stesso mese la legge è stata firmata e poi pubblicata in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore Il 10 marzo. Una legge, rileva l'associazione Coscioni, "colma di divieti incostituzionali contro il diritto alla salute riproduttiva, alla libertà di scelta nell'accesso alle cure e contro la libertà di ricerca scientifica, che l'avvocata Gallo insieme all'associazione e ad altre associazioni di pazienti e coppie ha da subito posto al centro di un'incessante azione politica e di difesa legale". Nel 2005 (il 12 e 13 giugno) venne promosso un referendum popolare sull'abrogazione di buona parte dei divieti. Non fu raggiunto il quorum ma l'80% di chi votò, sottolinea Gallo, "scelse di cancellare le proibizioni sulla fecondazione assistita e sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali". Negli anni l'Associazione Coscioni ha inoltre attivato, prosegue, "giurisdizioni nazionali e internazionali rendendo possibile: la fecondazione di più di tre gameti cancellando l'obbligo di contemporaneo impianto; la fecondazione eterologa; l'accesso alla PMA per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche". Ad oggi, precisa l'associazione, "restano il divieto di ricerca scientifica sugli embrioni non idonei per una gravidanza, su cui il Parlamento è stato chiamato a legiferare nel 2016 dalla Consulta, la discriminazione di accesso alle tecniche e la disuguaglianza tra Regioni".
   

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