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Oncologi ai pazienti, 'vaccinarsi contro il Covid, il virus è ancora pericoloso'

Oncologi ai pazienti, 'vaccinarsi contro il Covid, il virus è ancora pericoloso'

Campagna Aiom su vaccinazioni, 80% malati non conosce i vantaggi

ROMA, 11 novembre 2023, 10:08

Redazione ANSA

ANSACheck

Covid © ANSA/EPA

Covid © ANSA/EPA
Covid © ANSA/EPA

"Rinnoviamo l'invito ai malati di cancro ad immunizzarsi cotro il Covid-19 in quanto il virus SarsCoV2 può essere ancora molto pericoloso". E' l'appello lanciato dal presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Saverio Cinieri che, dal XXV congresso nazionale dell'associazione, sottolinea come recenti lavori scientifici hanno dimostrato l'efficacia e la sicurezza dei vaccini anche se somministrati nel corso dei trattamenti.
    Ma ancora scarsa è la consapevolezza dell'importanza delle vaccinazioni tra i pazienti oncologici: il 20% non ha mai parlato di vaccinazioni con il proprio oncologo e non si sente abbastanza informato su questo tema; il 56% non conosce i rischi di una mancata immunizzazione; l'80% non è consapevole del fatto che una corretta vaccinazione può contribuire a migliorare i risultati delle terapie anti-tumorali. E solo un malato su dieci sa che la vaccinazione anti Herpes Zoster è fortemente raccomandata. E' quanto evidenzia una survey condotta su oltre 500 pazienti dall'Aiom, che rientra in una nuova campagna informativa presentata al congresso: 'La vaccinazione nel paziente oncologico' promossa dalla Società Scientifica con un contributo non condizionante da Gsk.
    "Vogliamo fornire informazioni certificate a supporto dei malati di cancro, e sensibilizzare la popolazione e i clinici sull'importanza dei vaccini - afferma Saverio Cinieri, Presidente Aiom -. In quest'ottica rientrano alcune vaccinazioni che sono fortemente raccomandate per i malati e tutti coloro con cui stanno a stretto contatto. Le immunizzazioni consigliate sono: l'antinfluenzale, l'anti-pneumococcica, l'anti-SarsCov2 e l'anti-Herpes Zoster".
    2Il fuoco Sant'Antonio - sottolinea Nicola Silvestris, Consigliere Nazionale Aiom -. E' un'infezione diretta conseguenza del Virus Varicella Zoster ed il rischio è raddoppiato per le persone con un sistema immunitario compromesso come i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, nei quali la bassa risposta immunitaria aumenta la probabilità di contrarre il virus. Può anche esserci un coinvolgimento di altri organi con complicanze addirittura fatali". Per questo è di fondamentale importanza l'immunizzazione, aggiunge Angioletta Lasagna, oncologa al San Matteo di Pavia: "Ora è disponibile un vaccino ricombinante adiuvato che può essere utilizzato anche da tutti i pazienti oncologici, inclusi gli immunocompromessi. L'efficacia resta costante e risulta del 97% nei cinquantenni e del 91% negli ultra-settantenni".
    Il progetto sui vaccini promosso da Aiom prevede un booklet informativo rivolto a caregiver e pazienti, che sarà diffuso nei centri di oncologia medica. È stato realizzato uno spot divulgativo e avviata una campagna sui social istituzionali di Aiom. Si terrà inoltre un media tutorial dedicato ai giornalisti. "Dall'indagine emerge chiaramente quanto sia necessario informare e sensibilizzare sull'utilizzo dei vaccini in oncologia - prosegue Cinieri - e stiamo elaborando delle Linee Guida sulla vaccinazione del paziente oncologico che saranno a breve disponibili per tutti gli specialisti". "Tutte le malattie vaccino-prevenibili rappresentano un serio problema per i nostri pazienti - sottolinea Lasagna -. Oltre ai pericoli per lo stato di salute generale, derivati da infezioni e complicanze di patologie come influenza, meningite, polmonite o lo stesso Fuoco di Sant'Antonio, possono ritardare i trattamenti oncologici attivi". Il vaccino è "un'arma che l'oncologo deve conoscere e offrire al proprio paziente - conclude Cinieri -. Le varie immunizzazioni devono essere però svolte nel momento migliore in base anche alla somministrazione delle terapie".

 

Tumore al seno metastatico, la biopsia liquida chiave per cure personalizzate

37mila pazienti in Italia.Oncologi,test entri in pratica clinica

In Italia 37mila donne vivono con un tumore al seno metastatico. Per queste pazienti, la biopsia liquida rappresenta un esame cruciale per accedere a cure sempre più personalizzate e dovrebbe entrare nella pratica clinica ordinaria per individuare alcune mutazioni specifiche del tumore del seno avanzato. Ad affermarlo sono gli oncologi che, dal XXV congresso nazionale della Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), sottolineano come questa sia uno strumento importante che può contribuire ad una maggiore personalizzazione dei trattamenti per le forme più gravi della neoplasia più frequente nel nostro Paese.
Con l'obiettivo di aumentare l'utilizzo di tale esame, l'Aiom ha presentato il nuovo progetto 'Il Tumore del Seno Metastatico, l'importanza dei Test per le Mutazioni e il Ruolo della Biopsia Liquida' che prevede varie iniziative e la diffusione di materiale informativo. L'iniziativa è resa possibile con il supporto non condizionante di Menarini Stemline. "In Italia vivono oltre 37mila donne con neoplasia metastatica e i tassi di sopravvivenza sono ancora bassi, seppur in miglioramento negli ultimi anni. Le cure - afferma afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom - devono essere personalizzate anche grazie ai test mutazionali". La biopsia liquida "rappresenta una nuova modalità di studio di una neoplasia - sostiene Antonio Russo, tesoriere nazionale Aiom -. Attualmente è poco utilizzata ma consiste in un semplice prelievo di sangue e in una successiva analisi del Dna tumorale circolante in un campione liquido. Da questo possiamo ottenere una serie di importanti informazioni.
Nel caso specifico del carcinoma della mammella, ci consente di individuare biomarcatori predittivi di risposta o resistenza al trattamento. Può essere utilizzata per le forme più avanzate del tumore del seno e anche in quello del colon retto, le prime due patologie oncologiche più diffuse nel nostro Paese e che ogni anno fanno registrare oltre 100mila nuovi casi. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che può essere utile anche nel carcinoma polmonare non a piccole cellule e nel melanoma". Il tumore della mammella "si caratterizza per un elevato livello di eterogeneità - conclude Fabio Puglisi, direttore Dipartimento di Oncologia Medica all'Irccs di Aviano -. Lo studio delle differenti alterazioni geniche e molecolari rappresenta la chiave di lettura per comprendere i notevoli progressi che abbiamo registrato in questa malattia". 


   

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