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Morta dopo operazione multipla: periti, condotte mediche errate

Morta dopo operazione multipla: periti, condotte mediche errate

61enne deceduta a Benevento, dopo 21 giorni in terapia intensiva

NAPOLI, 14 maggio 2022, 09:59

Redazione ANSA

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Sarebbe stata causata da "un'errata condotta professionale" la morte di Lucia De Gregorio, la 61enne che risiedeva con il marito e i tre figli a San Nicola Manfredi (Benevento) deceduta dopo tre settimane in terapia intensiva, il 4 aprile 2021.
    A sostenerlo sono i consulenti della Procura di Benevento (sostituto procuratore Maria Colucci) che ha iscritto quattro medici nel registro degli indagati, ipotizzando l'omicidio colposo in ambito sanitario.
    I periti hanno, in sostanza, confermato i timori della famiglia della vittima, che si sono rivolti, tra l'altro, ai consulenti dello Studio3A e all'avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Cortellessa.
    Secondo i consulenti degli inquirenti è stata fatale la scelta dei chirurghi di sottoporla a ben tre interventi in contemporanea.
    La 61enne soffriva di grave obesità: nel febbraio 2019 fu sottoposta a un intervento di mini bypass gastrico e riparazione di laparocele e da allora è iniziato un calvario di problemi a cui hanno fatto seguito numerose altre operazioni "riparatrici" nonché di ricoveri anche in terapia intensiva dovuti a complicanze varie tra cui una setticemia.
    Il decesso, emerge dalla consulenza, è stato causato "da shock settico conseguenza di setticemia generalizzata insorta a seguito di multiplo intervento chirurgico" e, inoltre, "...lo stato anteriore della deceduta non ha avuto, nella determina del decesso, un'incidenza causale esclusiva".
    I periti hanno sottolineato, in sostanza, come le tre patologie della donna fossero tutte benigne e la prima, in particolare, di natura estetica, per cui si trattava di operazioni non necessarie a salvare la vita alla paziente e dunque differibili o eseguibili anche in tempi diversi. Secondo i tre specialisti, infatti, le risoluzioni di queste tre problematiche "non andavano associate, anche solo per l'alto rischio di infezione".
   
   

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