"Il 13 maggio di quarant'anni fa il
Parlamento italiano approvò una riforma fortemente innovativa -
nota come "Legge Basaglia" - che modificò la concezione e i
criteri dell'assistenza psichiatrica, superando la logica di
mera custodia dei manicomi. Si tratta di norme che hanno
collocato l'Italia in posizione d'avanguardia e, ancora oggi,
costituiscono un motivo d'orgoglio per la nostra cultura e la
nostra civiltà". Lo scrive il presidente Sergio Mattarella nel
quarantesimo anniversario della legge Basaglia.
"Quanto è stato compiuto nell'organizzazione sanitaria del
Paese, e nei servizi territoriali, continua a rappresentare -
aggiunge il presidente Mattarella nel messaggio - un punto di
riferimento nel confronto internazionale e quella legge segna
ancora un punto di svolta. Non possono esistere luoghi o
categorie entro i quali gli individui smettono di essere
persone", dice Mattarella, che sottolinea come "la Legge
Basaglia sfida la società a diventare un contesto appropriato
per tutti, imponendo nelle politiche pubbliche una riflessione
costante sull'identità inviolabile di ogni singola persona, e al
tempo stesso sulle sue fragilità".
"Il coraggioso cambiamento di prospettiva ha fatto strada
all'idea di una comunità dove lo sviluppo delle capacità e la
promozione dell'autonomia diventano anche strumenti terapeutici
e inclusivi. Oggi - sottolinea il capo dello Stato - sappiamo
che la migliore garanzia del rispetto della dignità delle
persone con malattia psichica è il sostegno alle famiglie, con
la possibilità di accedere a terapie adeguate su tutto il
territorio nazionale: ogni sforzo deve essere destinato allo
scopo di non lasciare soli coloro che devono accudire i malati.
Nell'ambito di una società ove sono presenti sempre ulteriori
marginalità, la prevenzione è diventata la nuova frontiera di un
impegno volto a ridurre i potenziali fattori di trauma.
Anticipare la lettura dei segnali di disagio e prestare
attenzione anche alle fasce di età più giovani è oggi - conclude
Mattarella - il modo per essere all'altezza - quarant'anni dopo
- di una riforma così importante per la società intera, che ha
restituito al consorzio civile persone ammalate, prima destinate
a completa emarginazione".
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