A due anni dall'inizio della guerra
in Ucraina, i morti e i feriti continuano ad aumentare: il
rapporto Onu del 5 ottobre scorso parlava di oltre 10mila
vittime tra i civili e diverse decine di migliaia di feriti, e
la situazione ad oggi non è certamente migliorata. Per offrire
cure a chi porta ogni giorno i segni di guerra sulla propria
pelle il progetto umanitario RigeneraDerma lancia 'Mission to
Kiev', un'iniziativa per curare le cicatrici di guerra in
Ucraina con la metodologia 'Biodermogenesi'. L'idea è di
Maurizio Busoni, docente presso il Master di Medicina Estetica
delle Università di Barcellona e Camerino, che si avvale di un
gruppo di esperti tra cui Anna Shemetillo, referente in Ucraina
in quanto Medical Director Academy of Advanced Aesthetics UA di
Kiev.
Presente in 32 Paesi nel mondo e utilizzata in numerose
università italiane ed estere, a differenza delle altre
tecnologie che determinano un danno iniziale destinato a
stimolare la riparazione dei tessuti, Biodermogenesi agisce
favorendo direttamente la rigenerazione cutanea erogando tre
tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una
leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il
circolo cutaneo, favorendo il recupero del normale calibro dei
capillari, con conseguente ossigenazione del tessuto.
Contemporaneamente i campi elettromagnetici favoriscono la
formazione di nuove fibre elastiche e di collagene che
permettono di rimodellare il tessuto cutaneo, avvicinandolo alla
sua forma migliore. "Nonostante la storia dell'umanità sia stata
scandita dalle guerre - spiega Busoni - nessuno si è preoccupato
di curare le cicatrici dei feriti sopravvissuti, che sono stati
abbandonati a loro stessi, con problemi di relazione causati
proprio dalle cicatrici, talvolta deturpanti, e molte volte
impossibilitati a rientrare nel mondo del lavoro, perdendo di
conseguenza la propria indipendenza economica. Ad oggi non
esiste un protocollo terapeutico convalidato, né una scala di
valutazione del danno. Pertanto siamo partiti dallo studio delle
cicatrici di guerra e delle loro conseguenze, quali ad esempio
dermatiti gravi e talvolta croniche o devastanti forme di tumore
cutaneo come le ulcere di Marjolin, sviluppando una scala di
valutazione di tali cicatrici che abbiamo chiamato Powasas,
Patient and Observer WAr Scar Assessment Scale. La scala verrà
adottata per tutta la durata di Mission to Kiev e permetterà
inizialmente di determinare la gravità delle lesioni e
successivamente di valutare i miglioramenti apportati. Saranno
quindi raccolti i dati di tutti i pazienti curati al fine di
pubblicare degli studi clinici destinati a ridurre il vuoto
informativo nell'ambito della cura delle cicatrici di guerra".
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