Il coronavirus potrebbe lasciare a
lungo strascichi sulla salute, con permanenza di alcuni dei
sintomi iniziali anche a guarigione avvenuta, soprattutto
stanchezza cronica, tanto che si comincia già a parlare di
sindrom post-covid. Lo evidenzia anche uno studio italiano
pubblicato sulla rivista JAMA. Condotto presso Policlinico
Gemelli e Università Cattolica, campus di Roma, lo studio ha
coinvolto 143 pazienti e mostra per la maggior parte (87%) la
persistenza di almeno un sintomo, soprattutto stanchezza intensa
(53,1%) e affanno (43,4%). Il 27,3% lamentava dolore alle
articolazioni e uno su 5 dolore toracico. La qualità di vita,
valutata con apposite scale, è risultata infine peggiorata in
tutti i pazienti. Firmato da Angelo Carfì, Francesco Landi e
Roberto Bernabei, lo studio è stato condotto presso il Day
Hospital post-Covid della Fondazione Policlinico. È emerso
appunto che molti pazienti guariti, anche a distanza di
settimane dalla dimissione, continuano a lamentare disturbi; in
particolare è l'assoluta mancanza di forze a preoccupare gli
ex-pazienti, spiegano gli autori dello studio: sembra
un'epidemia di sindrome da stanchezza cronica e nessuno sa dire
al momento quanto è destinata a persistere. Data questa
situazione, "è importante che tutti i pazienti che hanno avuto
Covid-19 e soprattutto quelli colpiti dalle forme più gravi (che
hanno richiesto un ricovero in rianimazione o che hanno avuto
bisogno di ossigenoterapia), siano sottoposti a controlli
multi-organo nel tempo - sottolinea Landi. Inoltre devono essere
valutati attentamente rispetto alla persistenza di alcuni
sintomi, perché siamo di fronte a una malattia nuova,
sconosciuta ed è quindi importante cercare di individuare gli
eventuali danni a breve o a lungo termine", conclude.
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