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Riconoscere i volti non è innato, vanno visti da neonati

Riconoscere i volti non è innato, vanno visti da neonati

studio Usa su macachi rivela importanza stimoli sensoriali

WASHINGTON, 06 settembre 2017, 10:16

Redazione ANSA

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Riconoscere i volti non è una capacità innata, ma si sviluppo con l'esposizione ripetuta, sin da neonati, alla vista delle facce che ci circondano. E' la conclusione raggiunta da uno studio di Harvard, pubblicato su Nature Neuroscience, su due campioni di macachi: uno allevato normalmente dalle loro madri e tribù. L'altro allevato da esseri umani che indossavano maschere a coprire il volto. I cervelli dei primati e degli esseri umani sono simili - spiegano gli scienziati - anche nella formazione di specifici aggregati di neuroni in un area specifica del cervello deputata tra l'altro alla individuazione dei volti, chiamata 'superior temporal sulcus'.
    I ricercatori hanno così sottoposto i due gruppi di macachi a risonanza magnetica cerebrale quando avevano 200 giorni di vita: i macachi che avevano sofferto privazione sensoriale, ossia erano stati accuditi solo da umani con i volti coperti, non avevano sviluppato le connessioni neuronali nell'area 'ad hoc' per il riconoscimento dei lineamenti facciali.
    Secondo il rapporto i dati possono aprire nuove ipotesi di ricerca su patologie come l'autismo caratterizzato da un rifiuto o dalla impossibilità di guardare i volti.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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