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Dalla medicina cinese una pianta contro la 'fame perenne'

Dalla medicina cinese una pianta contro la 'fame perenne'

Purrello(Sid), dati preliminari, contro obesità dieta e attività

ROMA, 06 settembre 2018, 13:49

Redazione ANSA

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Dalla medicina cinese una pianta contro la 'fame perenne ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalla medicina cinese una pianta contro la  'fame perenne ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla medicina cinese una pianta contro la 'fame perenne ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un ingrediente a base di erbe della medicina tradizionale cinese sembra riuscire a limitare la 'fame perenne' che spesso porta a mangiare oltre misura anche quando si vorrebbe perdere peso. E' quanto mostrano i risultati di uno studio, per ora solo su animali, è stato pubblicato sulla rivista Diabetes.


    Gli scienziati del Helmholtz Zentrum Munchen hanno testato su topi un principio attivo a base di erbe utilizzato nella medicina cinese, il Celastrol, notando una significativa perdita di peso ed un miglioramento del diabete nei topi obesi che lo assumevano. "Ha ridotto significativamente l'assunzione di cibo nel modello murino", ha riferito Paul Pfluger, autore senior dello studio, "e, di conseguenza, siamo stati in grado di determinare una perdita media di circa il dieci percento del peso corporeo in una settimana".


    Indagando sulle cause, sono stati in grado di dimostrare che il celastrolo attiva specificamente i centri di sazietà nel cervello, che svolgono un ruolo centrale nel controllo del peso corporeo. "Normalmente, le persone perdono il senso di sazietà perché il corrispondente ormone leptina non funziona più. Il celastrolo ripristina la sensibilità alla leptina e da qui il senso di sazietà", commenta Katrin Pfuhlmann, prima autrice. Non è ancora chiaro in che misura i risultati possano essere confermati anche negli esseri umani, ma i ricercatori sono fiduciosi, poiché "l'ormone della sazietà nell'uomo e il topo sono quasi identici".

Stempera gli entusiasmi Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid): "Si tratta - spiega - di dati molto preliminari, che, come quelli di simili studi che indagano altre sostanze deputate a questo scopo, non hanno una rilevanza clinica a breve-medio termine. Per i i pazienti obesi la modifica degli stili di vita, con dieta e attività fisica, resta il primo consiglio".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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