Nel 2019 era finita in
un'inchiesta su una presunta truffa da 35 milioni di euro su
auto di lusso estere reimmatricolate. Monica Lo Presti,
palermitana, secondo le prime indagini avrebbe avuto un ruolo
chiave in quanto titolare di un'agenzia di pratiche
automobilistiche in via Montepellegrino. I numeri
dell'operazione "Cars lifting" partita da Pordenone erano da
capogiro: oltre 35 milioni di euro evasi, 1.329 persone truffate
in 97 province di tutta Italia e 20 persone indagate. Difesa
dall'avvocato Federica D'Emilia è riuscita a dimostrare che
nulla ha avuto a che fare con la truffa sulla vendita online di
auto di lusso di provenienza tedesca: Porsche, Mercedes, Audi,
Bmw. La stessa procura ha chiesto l'archiviazione e il gip
Matteo Carlisi del tribunale di Udine ha accolto la richiesta.
Stesso provvedimento per Giorgio Catese, Andrea Clazzer, Lucia
Dal Zilo, Donatella Gioppato, Fabio Macciocchi. Nel corso
dell'inchiesta oltre 20 persone sono stati nel registro degli
indagati e furono sequestrati per cinque milioni di euro.
Secondo le indagini l'organizzazione acquistava veicoli in
Germania, rivendendoli come usati in Italia senza assolvere
all'obbligo del versamento dell'Iva, che nell'atto di vendita
risultava invece regolarmente versata. Un escamotage che sarebbe
stato portato a termine grazie alla compiacenza di alcune
società di pratiche auto che hanno mediato con gli uffici del
dipartimento dei trasporti terrestri di Palermo, ma anche
Treviso, Roma, Latina eludendo i dispositivi antievasione. Alla
luce del provvedimento del gip, dopo cinque anni la società e la
titolare di Palermo escono dall'inchiesta.
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