Un robot mette a terra un uomo, lo colpisce alla schiena e lo ferisce alla mano e al braccio con il suo artiglio d'acciaio. Non è la scena di un film, né il racconto di un lontano futuro distopico, bensì quello che è accaduto due anni fa in una fabbrica della Tesla in Texas, quando un ingegnere è stato aggredito da uno dei tanti androidi che popolano l'azienda fondata da Elon Musk.
E' stato il tabloid Daily Mail a tirare fuori la storia del 2021 in un momento in cui aumentano le preoccupazioni sui rischi rappresentati dall'intelligenza artificiale e dalle macchine automatizzate, più o meno sofisticate, nei luoghi di lavoro. Il patron di Tesla ha subito minimizzato l'episodio scaricando la responsabilità dell'incidente su un braccio robotico presente nelle fabbriche di tutto il mondo e scagionando la sua creatura, il robot umanoide Optimus. "È davvero vergognoso che i media tirino fuori un incidente di due anni fa dovuto a un semplice braccio robotico industriale Kuka e insinuino che ora sia dovuto a Optimus", ha scritto in un post su X.
Prima di essere attaccato l'ingegnere stava riprogrammando i software di altre due macchine, in quel momento disabilitate.
Due colleghi hanno assistito alla scena inorriditi e terrorizzati e sono stati loro a premere il bottone d'emergenza per liberarlo dagli artigli del robot, secondo quanto hanno raccontato al sito The Information. Una tragedia evitata, hanno riferito i testimoni parlando di "una scia di sangue" lasciata sul pavimento della fabbrica. Stando invece ai documenti ufficiale della Tesla, l'impiegato ha riportato una ferita alla mano e non ha avuto bisogno di nessun giorno di malattia. Da allora pare non ci siano stati più incidenti del genere ma secondo l'avvocata Hannah Alexander, che rappresenta i lavoratori a contratto della fabbrica di Austin, ce ne sarebbero stati altri, tra i quali la morte sospetta per un colpo di calore dell'operaio Antelmo Ramirez sempre nel 2021.
Al di là degli episodi che richiamano in modo inquietante la fantascienza, l'azienda di Elon Musk è stata spesso criticata per i suoi livelli di sicurezza sul lavoro e per la scarsa trasparenza nel riportare gli incidenti. Nello stabilimento in questione, ad esempio, i dati evidenziano un tasso di infortuni più elevato rispetto alla media del settore: un lavoratore su 26 rispetto a un lavoratore su 38 in altre importanti fabbriche automobilistiche statunitensi. Secondo un rapporto dell'Agenzia federale per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA), presso la fabbrica di Austin quasi un lavoratore su 21 lo scorso anno ha subito infortuni sul lavoro, un tasso significativamente superiore alla media del settore di uno su 30. E l'inadeguatezza delle misure di sicurezza è stata riscontrata anche nella fabbrica Tesla di Fremont, in California, dove il tasso di infortuni è stato di uno su 12 nel 2022.
E' evidente, come ha sottolineato il Centro per la ricerca sulla robotica occupazionale del Cdc, che il crescente utilizzo di robot industriali negli Stati Uniti potrà portare ad un aumento degli incidenti. Un tema, quello dell'integrazione di robot collaborativi, esoscheletri motorizzati e veicoli autonomi negli ambienti di lavoro che porta nuove sfide in termini di sicurezza e non riguarda solo gli impianti di Musk negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Come dimostrano gli incidenti degli ultimi anni, dal robot scacchista che ha spezzato il dito di un bambino di sette anni a Mosca nel 2022 a un operaio della Volkswagen ucciso in Germania. D'altra parte, la prima vittima di un robot risale al gennaio del 1979 in Michigan, quando l'operaio Robert Willams, 25 anni, morì sul colpo dopo essere stato colpito alla testa da un braccio robotico progettato per recuperare oggetti dagli scaffali dei magazzini. Ma all'epoca l'intelligenza artificiale era davvero fantascienza e l'incubo dei Terminator non era sbarcato neppure nei cinema.
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