Occhio a costi illegittimi che fanno
salire costi a carico degli automobilisti per la revisione
dell'auto: Assoutenti ha presentato un esposto all'Antitrust e
al ministro dei Trasporti chiedendo di aprire una indagine sui
centri di revisione. La spesa in capo ai cittadini ha raggiunto
nel 2022 quota 1,17 miliardi di euro per un totale di 14.877.795
revisioni auto effettuate nei centri privati autorizzati. Molti
utenti, riferisce l'associazione, hanno segnalato
all'associazione l'applicazione di voci di spesa aggiuntive sul
costo per la revisione periodica delle auto, servizio le cui
tariffe sono fissate dallo Stato che ha disposto le nuove
tariffe per le operazioni di revisione dei veicoli a motore e
dei loro rimorchi. Il nuovo costo fisso per le revisioni presso
i centri autorizzati nel 2023 contiene le seguenti voci: tariffa
obbligatoria per la revisione 54,95 euro; iva 22% sulla tariffa
12,09 euro; diritti fissi (esente iva ex art. 15) 10,20 euro,
per un totale pari a 77,24 euro. Unica "ulteriore e variabile"
voce di spesa non individuata nel dettato normativo è quella
relativa alla commissione per i pagamenti dei diritti prevista
dai Prestatori di servizi di pagamento (PSP) sulla piattaforma
PagoPA S.p.A., utilizzati dai centri di revisione autorizzati.
Tale commissione può variare a seconda dei casi, purché
l'utente/consumatore venga reso edotto dell'effettivo ulteriore
importo da corrispondere mediante tariffario esposto al
pubblico. Invece, secondo i consumatori, nelle fatture emesse
molti centri di revisione applicano balzelli fantasiosi come:
"Contributo smaltimento rifiuti", "Servizio Postale", "Spese
Cancelleria" o la voce di spesa denominata "Tariffa obbligatoria
per la revisione" come una sorta di ripetizione di quanto già
previsto. "Tali condotte descritte appaiono illegittime, poiché
in contrasto sia con la normativa vigente in materia di
revisioni, nonché in palese contrasto con la normativa in
materia di concorrenza e pratiche commerciali", spiega il
presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso sottolineando che se
dovesse essere confermata per il solo anno 2022 ci troveremo di
fronte ad una frode di circa 30 milioni di euro"
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