Non è motivato il provvedimento con
il quale il ministero dei Trasporti nel marzo 2018 ha richiesto
a Fiat Chrysler Automobiles (ora Stellantis) l'avvio di una
campagna di richiamo di autovetture della gamma Euro 6 diesel
per renderle "pienamente compatibili" con la normativa europea.
L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha
accolto un ricorso proposto da Fiat Chrysler Automobiles Italy
Spa e Fiat Chrysler Automobiles N.V. Una vicenda complessa
basata sul tema del divieto di utilizzo sugli autoveicoli di
impianti di manipolazione che riducono l'efficacia dei sistemi
di controllo delle emissioni. In seguito al cosiddetto
Dieselgate, la Commissione europea invitò gli Stati membri a
svolgere indagini sui veicoli circolanti. Il
Kraftfahrt-Bundesamt, autorità competente per i veicoli
omologati in Germania, sottopose a prova, tra gli altri, il
modello "Fiat 500 X 2000 Awd Euro 6 diesel", regolarmente
omologato in Italia, rilevando alcune criticità in tema di
controllo delle emissioni. La Commissione europea avviò un
procedimento, concluso senza alcuna azione richiesta a Fca. Nel
maggio 2017, però, arrivò una procedura d'infrazione nei
confronti dell'Italia; proprio quando Fca annunciò di aver
completato lo sviluppo di nuove e più aggiornate versioni delle
proprie calibrazioni diesel Euro 6. In seguito alla procedura
d'infrazione, il Ministero emanò comunque il provvedimento, poi
contestato davanti al Tar.
I giudici hanno oggi accolto lacensura di difetto d'istruttoria
e motivazione, nonché di contraddittorietà e genericità del
contenuto prescrittivo del provvedimento. "Dalla lettura del
provvedimento - scrive il Tar - non è possibile evincere con
sufficiente certezza quale sia lo specifico profilo di non
conformità contestato alla ricorrente"; e "neppure soccorre, al
riguardo, il riferimento alla procedura d'infrazione n.
2017/2044, i cui esatti termini sono rimasti sconosciuti nel
corso del procedimento, non essendo stati prodotti i relativi
atti". Il provvedimento ministeriale è stato quindi
annullato, con richiesta all'Amministrazione in caso di sua
riedizione, "di precisare, ove esistente, lo specifico profilo
di non conformità contestato alla ricorrente, i termini della
necessaria conformazione alla pertinente normativa nonché (ove
ancora necessario) le misure in concreto indispensabili per
garantire che gli autoveicoli oggetto di controllo risultino
corrispondenti alla omologazione a suo tempo concessa".
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