Si è tenuta ieri mattina in
tribunale a Reggio Emilia l'udienza scaturita dall'istanza di
composizione dello stato di crisi depositata da Silk-Faw il 6
marzo. A riportarlo è la stampa locale reggiana che fa i nomi di
alcuni tra i più noti creditori della joint venture
sino-americana delle auto elettriche di lusso sportive che aveva
annunciato di volersi insediare a Reggio Emilia con un maxi
stabilimento, un progetto rimasto incompiuto. Davanti al giudice
Niccolò Stanzani Maserati sono sfilati gli avvocati di Nomisma,
società bolognese di ricerche di mercato, ma anche Italdesign
Giugiaro di Torino e Dallara di Varano Melegari (Torino).
I debiti di Silk-Faw si attestano sui 19 milioni, mentre i
decreti ingiuntivi dei fornitori sui 16,5 milioni. L'azienda ha
chiesto al tribunale misure protettive così da sospendere le
azioni intraprese dai creditori al fine di "attuare un piano di
risanamento aziendale che conduca al superamento dell'attuale
situazione di tensione finanziaria". Il giudice ha concesso
alcuni giorni sia a Silk-Faw sia al commercialista Giancarlo
Attolini, consulente della Camera di Commercio di Bologna per
produrre altra documentazione. Silk-Faw si era vista revocare
dalla Regione Emilia-Romagna, nel febbraio scorso, un contributo
da 4,5 milioni di euro. Mentre il Comune di Reggio Emilia, poco
dopo, ha stracciato l'accordo urbanistico per la realizzazione
del polo produttivo promesso da Silk-Faw nell'area industriale
di Gavassa, terreno per il quale l'azienda non è mai andata
neppure a rogito.
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