Jamie Foxx è tornato. Per la prima volta sul tappeto rosso, dopo che un ricovero d'urgenza in aprile lo ha allontanato dalla ribalta e dal set per parecchie settimane, l'attore ha raccolto la commossa standing ovation di colleghi e critici, riuniti al Fairmont hotel di Los Angeles per rendere omaggio agli artisti neri, latini e asiatici di cinema e tv. "È pazzesco, non avrei potuto farlo sei mesi fa - non potevo proprio camminare", ha esordito sul palco della Critics Choice Celebration.
Foxx ha accettato il Vanguard Award per la sua interpretazione nel legal drama di Prime Video The Burial, in cui a fianco di Tommy Lee Jones racconta un complesso caso giudiziario nell'America degli anni '90, tra ingiustizie e razzismo. "Non sono un clone. So che molte persone dicevano che sono stato clonato, ma sono proprio io", ha scherzato sul titolo dell'altro film in cui recita quest'anno, la commedia fantascientifica Hanno clonato Tyrone, di Netflix, per cui è stato nominato al Gotham Award il mese scorso.
"Non augurerei quello che ho passato al mio peggior nemico. Ho visto il tunnel, ma non c'era la luce in fondo - ha continuato il 55enne premio Oscar nel 2005 nei panni di Ray Charles - Ora ho un nuovo rispetto per la vita e per la mia arte. Mi sono salvato e dico: non rinunciare alla tua arte, amico, non rinunciare a te stesso".
Recentemente si sono lette sul NyT le accuse contro Foxx: avrebbe allungato le mani senza il consenso dell'interessata nel 2015 al Catch NYC, un popolare ristorante di New York provocando alla donna, che ha chiesto di restare anonima,"conseguenze fisiche e emotive, ansia, imbarazzo e danno economico" per i quali ora chiede i danni.
Hollywood inaugura così la stagione dei premi alla fine del suo anno più difficile: sei mesi di sciopero combinato di sceneggiatori e attori hanno paralizzato l'industria più di quanto abbia fatto la pandemia nel 2020.
"È l'anno delle donne", ha detto Eva Longoria, chiamata a ritirare un premio per il suo primo film da regista, Flamin' Hot, la storia di Richard Montañez, il figlio di immigrati messicani che inventò le famosissime patatine Cheetos.
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