Concerti e tributi tra cui un documentario nella nuova serie Legends della Bbc, ma anche un nuovo album - il terzo dai suoi archivi - e un ritorno sulle scene: Joni Mitchell, che il 7 novembre compirà 80 anni, è arrivata all'altra sponda del suo 'Both Sides Now' vitale e piena di creatività a dispetto dell'aneurisma al cervello che nel 2015 per poco non l'ha mandata all'altro mondo costringendola ad abbandonare per anni la musica e le performance dal vivo. "Sono sempre stata una creatura di cambiamento", dice la cantante canadese di Big Yellow Taxi e The Circle Game nello speciale Verbatim che la radio della Bbc manda in onda con interviste inedite, rare registrazioni e materiale d'archivio che risalgono fino alla prima chiacchierata radiofonica del 1964, la prima della sua lunga carriera.
C'è poi Archives, Vol. 3: The Asylum Years (1972-1975), uscito all'inizio di ottobre con Rhino Records, l'ultimo capitolo della serie premio Grammy che attinge agli archivi ancora inesplorati della neo-ottuagenaria: un progetto in cinque album di cui la stessa folk singer è stata ispiratrice e che documenta i suoi anni più fertili, quelli di Court and Spark, For the Roses e The Hissing of Summer Lawns. Tra i brani, c'è una versione inedita della canzone del 1972 You Turn Me on, I'm a Radio con Neil Young alla chitarra elettrica e l'armonica. Da un anno Joni, seppure ormai in sedia a rotelle, è tornata a farsi applaudire in concerto con la fedelissima Brandi Carlile. Dietro tutto questo una vita travagliata (ragazza madre giovanissima, diede la figlia in adozione) trasformata in poesia passando dal folk al jazz e alla sperimentazione elettronica.
Due anni fa Joni Mitchell era tornata in campo per una protesta sociale, ritirando la sua musica da Spotify per solidarietà con Neil Young che a sua volta aveva censurato il servizio in streaming per aver dato spazio a una popolare podcast no-vax.
Ancora oggi solo poche canzoni di Joni sono di nuovo disponibili.
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