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Bufera Meghan, i reali Windsor a conclave e sotto pressione

Bufera Meghan, i reali Windsor a conclave e sotto pressione

Carlo esalta diversità, ma l'ombra del razzismo divide il Regno

LONDRA, 09 marzo 2021, 18:13

di Alessandro Logroscino

ANSACheck

Buckingham Palace yet to react following Meghan Markle television interview © ANSA/EPA

Buckingham Palace yet to react following Meghan Markle television interview © ANSA/EPA
Buckingham Palace yet to react following Meghan Markle television interview © ANSA/EPA

 Un silenzio che trasuda imbarazzo e rischia di far più rumore di qualunque parola, un silenzio chissà quanto a lungo sostenibile. Salgono le pressioni sul palazzo reale britannico - delle voci critiche come da quelle dei pretoriani - per rompere l'ostinato no comment alle rivelazioni potenzialmente devastanti sciorinate in mondovisione dai duchi di Sussex in due ore e passa di chiacchierata con l'anchorwoman amica Oprah Winfrey alla Cbs. Chiacchierata in cui Meghan ha tra l'altro raccontato d'essersi sentita abbandonata dalla Royal Family fino all'orlo del suicidio prima della fuga in America e soprattutto ha denunciato assieme a Harry che un membro di casa Windsor (non identificato, salvo escludere da sospetti la regina o Filippo di Edimburgo) avrebbe espresso "preoccupazioni" dal rancido sapore razzista sul colore della pelle di Archie prima della nascita del piccolo.
    Affermazioni che rischiano di pesare sulla reputazione della monarchia, come la stessa corte ha riconosciuto facendo trapelare la notizia di una conclave in collegamento video convocato d'urgenza alla presenza dei vertici della corona e dei più alti funzionari dell'entourage. Ma senza per questo essere disposta a "farsi dettare i tempi" di una qualsivoglia reazione.
    A dar credito al Daily Mail, capofila dei tabloid britannici della destra populista più ostili a Meghan, il principe Carlo e il principe William, padre e fratello maggiore di Harry, nonché primo e secondo nella linea di successione al trono, avrebbero spinto nella riunione a favore d'una contestazione decisa di alcune delle affermazioni dei due ribelli e di una ritorsione "nucleare". Ma la regina Elisabetta, 95 anni ad aprile, di cui il secondogenito di Carlo e Lady D è considerato da sempre nipote prediletto, sembra preferire prender tempo, per approfondire le cose sperando magari che in parte la polemica sbollisca da sé.
    Il problema però è che il mondo guarda e mormora. E lo stesso Regno appare attraversato da una pericolosa faglia di divisione fra comunità etniche sulla faccenda, sui sentimenti che essa ispira. Come dimostrato in modo palmare dalla rissa televisiva andata in onda durante Good Morning Britain: con il mattatore (bianco) del programma Piers Morgan - già simpatizzante di Donald Trump e fustigatore insistente della Markle - pronto a scatenare contro i Sussex il controverso padre di lei, Thomas, da cui la duchessa afferma da anni di sentirsi "tradita", e a sentenziare di "non credere a una sola parola" dell'ex attrice di madre afroamericana; e il co-conduttore (di padre nero) Alex Beresford altrettanto tagliente a contestarlo in diretta bollandolo come "prevenuto, patetico, diabolico".
    Intanto l'unica mossa visibile del casato è stata quella di far ricomparire Carlo in pubblico, per una visita a un centro di vaccinazioni anti Covid ospitato in una chiesa di Londra.
    Incalzato dai reporter, il principe di Galles - al quale Harry ha riservato forse i toni più amareggiati - ha risposto ridacchiando a denti stretti quando gli è stato chiesto se avesse visto l'intervista dello scandalo. Ma ha voluto se non altro dare un messaggio di tolleranza, rivolgendosi ad alta voce a una tra infermieri e volontari che spiegava d'essere nata in Nigeria: "E' un Paese fantastico, con tanti gruppi etnici diversi".
    Parole che tuttavia non bastano certo a spegnere le richieste di un'indagine interna a Buckingham Palace da parte dell'opposizione laburista britannica, il cui leader, Keir Starmer, ha invitato la monarchia a "prendere molto sul serio" quanto detto dai Sussex. Sul fronte Tory, il premier Boris Johnson continua invece a glissare, dopo essersi limitato a esaltare la singola figura di Elisabetta II per la "capacità di unificare" il Paese; anche se un suo viceministro, lord Zach Goldsmith, non esita a rinfacciare al principe Harry di aver fatto "saltare in aria la sua famiglia". Mentre negli Usa il comune sentire - establishment liberal in testa - simpatizza al contrario con i Sussex, come nelle ultime ore si sono premurati di far sapere fra i tanti anche il presidente Joe Biden o Hillary Clinton: persuasi dalle parole di Meghan e Harry e solidali verso il loro "coraggio".
   

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