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Come creare un guardaroba a capsule, in 5 passi e tanti tips utili

Come creare un guardaroba a capsule, in 5 passi e tanti tips utili

Obiettivo 30 pezzi, armadio ordinato e pulito, risparmio e moda etica

07 ottobre 2020, 20:32

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

Un guardaroba organizzato e minimalista, foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un guardaroba organizzato e minimalista, foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un guardaroba organizzato e minimalista, foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

   E' il momento giusto: la temperatura si è abbassata e ci avviamo all'autunno, gli effetti collaterali psicologici del lockdown e il proseguimento dell'allerta Covid non ci fanno immaginare un futuro di prosperità economica e siamo portati per la maggioranza di noi ad una riduzione delle spese, quelle di abbigliamento innanzitutto. Dunque storicamente è il periodo migliore per mettere in ordine il guardaroba, non un semplice cambio di stagione ma la creazione di quello che è noto come 'capsule wardrobe' ossia un'organizzazione pratica per mettere in ordine quello che abbiamo e che davvero ci piace, in questo modo si comprerà poco e bene: solo quello che manca o comunque ci da' soddisfazione.
  Le giovani generazioni già ne hanno sentito parlare perchè è pieno di blog sul tema e la domanda 'come costruire un guardaroba a capsule' è un trend topic stabile e oltre 200 mila video parlano dell'argomento. Ci sono tanti libri - come 'Metti in ordine la tua vita' di Anna Newton appena uscito da Gribaudo con un lungo capitolo sul tema - e canali dedicati su YouTube come il Wonder Wardrobe di Daria Andronescu, la cosiddetta 'regina del guardaroba capsule' con oltre 40mila iscritti. E ultimamente anche molte pubblicità di e-commerce di abbigliamento ammiccano per così dire al trend proponendo pochi pezzi scelti e coordinati appesi a debita distanza con un effetto chic da stanze che sembrano uscite dalle pagine di Architectural Digest. C'entra molto, nella scelta di realizzare un armadio del genere, anche la sostenibilità e la moda etica.
Siete pronti? La risposta è si se
-per recuperare un vestito devi farti largo tra capi accumulati
-tirare fuori la maglietta che vuoi indossare oggi è un'impresa titanica con un risultato spiegazzato scoraggiante e tutto l'abbigliamento sparso in terra
-aprendo le ante dell'armadio o guardando il closet a vista trascorri 15 minuti a capire cosa mettere perché gli abbinamenti non funzionano nonostante sia indubbiamente stracolmo.

Il tema è senza genere, vale per maschi e femmine. E senza età, bambini, adolescenti, adulti e anziani: prima si comincia meglio è così si evita il rischio dell'accumulo seriale. No scuse

Prima un po' di storia: Cos'è un guardaroba a capsula?
Il termine è stato coniato dall'icona della moda britannica Susie Faux negli anni '70. Si riferisce a una collezione di 30-40 capi di abbigliamento pratici e versatili messi insieme per creare un intero guardaroba per una stagione. Anche se il concetto non è nuovo, nella nostra epoca di fast fashion rappresenta una variazione nel modo in cui indossiamo abiti che potrebbe ispirare un cambiamento importante nelle nostre abitudini di consumo. La frase 'niente da indossare' non dovrebbe appartenerci effettivamente.

Restringendo il guardaroba a elementi essenziali selezionati con cura, si risparmia sotto molti aspetti.  L'industria della moda è uno dei maggiori inquinatori al mondo, quindi cambiare le abitudini di abbigliamento non è solo una correzione dello stile di vita, ma anche un cambio di passo per contribuire alla salute del pianeta. Pensare consapevolmente a come i nostri acquisti di moda potrebbero migliorare in generale la vita collettiva e la nostra vita quotidiana in particolare significa puntare sulla qualità rispetto alla quantità, riducendo gli sprechi e facendoci anche risparmiare denaro a lungo termine. Se proprio vogliamo avere una prova concreta segniamoci da una parte le nostre spese di abbigliamento, prima e dopo il guardaroba organizzato e vedremo grandi differenze.

Allora armiamoci e partiamo. L'impresa potrebbe risultare ardua all'inizio ma l'immensa soddisfazione di vedere un filo di luce tra una stampella e un'altra, poter infilare una mano dentro senza che resti incastrata e sentire respirare anche gli abiti appesi oltre che te stesso è salutare.

Da dove cominciare?
Costruire un guardaroba capsule significa scegliere una selezione logica di abbigliamento che non solo amiamo indossare, ma che sia pratico e versatile. L'idea è semplice: riconsiderare e riprogettare l'armadio a ogni cambio di stagione MA NON è il classico cambio di stagione. Dunque per chiarire: quando cambia il tempo sarà il momento di svuotare il guardaroba, riappendere tutti i capi che vogliamo ancora usare, capi cross direi, mettere in un ripostiglio tutto il resto e aggiungere al guardaroba i capi d'abbigliamento che avevamo messo via e ora sono adatti alla stagione in arrivo. Così ci sarà sempre un mix di capi adatto tutto l'anno e capi specifici per la primavera, l'estate, l'autunno e l'inverno e non ci ritroveremo a scavare per cercare qualcosa in fondo di semi estivo in una giornata di sole o di caldo se la temperatura scende improvvisamente.

Ma fin qui è solo un aggiornamento del classico cambio di stagione, adeguato ai tempi meteopazzi, alle mezze stagioni che non ci sono più o che forse ci sono sempre, secondo i punti di vista.

Adesso andiamo sul pesante:

Per iniziare il processo bisogna tirare fuori tutto dall'armadio, senza badare alle stagioni e fare il punto. L'ideale è avere uno spazio libero dove sarà più facile metterlo in ordine. Facciamo questo passo con i capi già puliti. Per iniziare concentriamoci sull'abbigliamento lasciando da parte accessori, pigiami, abbigliamento sportivo così ci sembrerà meno scoraggiante. L'occasione è felice anche per dare una bella ripulita ora che è tutto vuoto, in tempi Covid di certo non guasta.

Ora prendiamo ogni capo e passiamo alle domande (bisogna rispondere in tutta onestà e senza barare)

1) L'ho indossato nell'ultimo anno?

2) Si adatta al mio stile di vita quotidiano?

3) Lo posso abbinare con gli altri miei vestiti?

4) Lo metto poco ma lo adoro?

Questo ci aiuterà a prendere decisioni su cosa dovrebbe rimanere e cosa può andare. Realizziamo di conseguenza delle pile:

1) Una per le cose NON indossate nell'ultimo anno

2) Una per i capi che devono essere adattati, riparati. Abiti 'ni'

3) Una per i capi che indossiamo spesso, ci stanno bene, ci fanno sentire a posto o amiamo.

In un sacco infiliamo i contenuti della pila 1 e 2: lontano dagli occhi lontano dal cuore. Diamogli un po' di tempo, se dopo ci capiterà di pensare che un certo capo lo avremmo voluto indossare o ci sarebbe servito ripeschiamolo altrimenti se sono abiti che non ci sono mancati per niente è tempo che vadano in un'altra casa che sappia apprezzarli magari dopo averli abbracciati ancora una volta come insegna la guru del riordino Marie Kondo.

Ora con quel che è rimasto - i puristi del tema parlano di 30 capi, i talebani di 10, ciascuno faccia quel che crede - bisogna andare avanti.
Dalla pila di oggetti che indossiamo spesso e stiamo conservando formiamone due:
Una di oggetti che non sono adatti alla stagione in corso o prossima e dunque devono essere risposti altrove,
Un'altra con i capi che indossiamo attualmente o nei prossimi mesi : il guardaroba a capsule è fatto.

Il contenuto varierà a seconda della stagione (con la procedura cross spiegata prima) e del nostro stile.

La scelta rispetto al passato è più ridotta ma anche molto più ordinata e con soli capi che ci fanno stare bene che è la cosa al primo posto più importante e salutare.

Ora mettiamo il guardaroba alla prova: nel tempo possiamo capire cosa manca, se è ben equilibrato - è chiaro che una capsule con 10 pantaloni e due magliette non lo è - tra top, maglie, maglioni, pantaloni, abiti.

Poi veniamo ai colori: i neutri sappiamo che si abbinano con tutto, che sia chiaro o nero, ma se amiamo i colori? Nessuna paura basta solo che si possano combinare tra loro.
Dalla capsule possiamo escludere e conservare pochi pezzi: abiti firmati e costosi messi poche volte ma solo perchè non ci sono tante occasioni, singoli oggetti che una volta indossati fanno la differenza e valgono capo a se, un capo cui siamo particolarmente legati. Abbiamo detto poche eccezioni, altrimenti non ci riusciremo a liberare davvero.

Un armadio così minimalista si presta ad aggiornamenti periodici, piccoli ritocchi ma sarà tutto più facile da gestire e in un'ottica di nuovi acquisti (solo ciò che si integra e serve a completarlo, i colpi di fulmine sono ammessi ma come nella vita sentimentale non abbondano) .

L'ideale è avere un mix di capi di buon livello sui quali vale la pena di spendere un po' e di capi economici che andranno rinnovati più di frequente. Ciascuno si regoli come vuole ma è chiaro che scarpe estive, maglie bianche a rischio macchia, capi modaioli che l'anno dopo ci faranno orrore, t-shirt di cotone, jeans sono tra le cose per cui si può risparmiare mentre i capi base che rimetteremo ogni stagione, i cappotti e la maglieria di qualità richiedono una spesa maggiore con l'ottica di conservarli per anni a venire. Buon guardaroba a capsule a tutti.

Se volete qualche ispirazione (le segnala il portale Good On You specializzato in consigli di moda etica) ecco i nomi di alcune fashion blogger che puntano sul guardaroba capsule o su sistemi di guardaroba minimalisti simili. Una è Daria Andronescu già citata ad esempio. La diagnosi di Courtney Carver con la sclerosi multipla l'ha spinta a "creare una vita con il tempo e lo spazio per ciò che conta davvero". Dopo aver sentito i benefici della vita minimalista, ha avviato il popolare movimento Project 333, che incoraggia le persone a creare un guardaroba di trentatré articoli ogni tre mesi. La fashion blogger australiana Sam Leigh documenta il suo viaggio da “accumulatore di fast fashion a minimalista slow fashion” su Ecomono. Verena è un minimalista, ambientalista e capsule-it: il suo canale YouTube è istruttivo e offre un'ottima visione, mostrandoci quanti splendidi abiti possono essere creati con soli 30 capi di abbigliamento.

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