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Rose, nei profumi l'essenza originale è una rarità. La più costosa è per il re d'Arabia

Rose, nei profumi l'essenza originale è una rarità. La più costosa è per il re d'Arabia

Isolato enzima responsabile fragranza. Il 'naso' Laura Tonatto spiega tipi e differenze

24 luglio 2015, 11:16

Redazione ANSA

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Rose (India) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rose (India) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rose (India) - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Agnese Ferrara)

   (ANSA) - Le rose del fioraio, per quanto bellissime, raramente profumano. Hanno perso l’odore a furia di incroci e coltivazioni forzate. Quelle più profumate non a caso si chiamano ‘rose antiche’. Così i profumi e le acque alle rose: quanta essenza di rosa contengono? Alcune nessuna. A far rivivere il profumo originale delle rose ci hanno pensato i ricercatori dell’università di Lione, a St. Etienne in Francia, con una bella scoperta, appena pubblicata sull’autorevole rivista Science. Confrontando i geni espressi nelle rose del tipo cultivar Papa Meilland, dotate di un forte profumo, con le cultivar Rogue Meilland che invece ne emanano pochissimo, nei petali delle prime hanno scoperto un enzima responsabile della fragranza, assente nelle altre. Così l’hanno isolato e la speranza è di ricombinarlo nelle rose divenute inodori restituendogli il profumo originale.

“Le rose del fioraio raramente profumano, abbiamo scoperto perché” – spiega Sylvie Baudino, del gruppo di studiosi francesi. “A sorpresa abbiamo individuato che il responsabile della fragranza è un enzima, nudix hydrolase detto RhNUDX1, che accende l’interruttore del profumo”.

L’odore delle rose è annoverato nei manuali dei profumieri di tutto il mondo come la ‘regina delle fragranze’ e l’acqua di rose si usava per il risciacquo delle mani fin dall’Italia Rinascimentale e nell'Inghilterra Elisabettiana. L’essenza di rosa è ancora oggi fra gli ingredienti più comuni dei profumi, ma non sempre è naturale.

“Il mercato delle fragranze di massa impiega soprattutto essenze di sintesi e moltissime acque di rosa in realtà non contengono affatto l’ingrediente originale” – spiega Laura Bosetti Tonatto, naso internazionale. “Ci sono essenze naturali di rosa eccezionali prodotte in alcune aree del mondo e un olio essenziale di rosa naturale va dai 200 euro fino ai 53 mila euro al chilo. L’olio sintetico di rosa costa invece 15 euro al chilo”. Precisa l’esperta: “L’olio essenziale della rosa di Taif è il più costoso al mondo e se ne producono solamente 16 kg all’anno al costo di oltre 50 mila euro al chilo. La produzione è destinata in gran parte al Re della Arabia Saudita che lo divide in flaconcini da 11 grammi da regalare ai suoi militari. Io ne uso in tutto un chilo all’anno. Segue la rinomata e profumata Rosa Centifolia di Grasse, in Provenza. A causa della scarsa resa, è necessaria una tonnellata di fiori per ottenere 1.5 kg di assoluta. Chanel ha siglato un contratto di esclusiva per 100 anni con la famiglia Mul che la coltiva per garantirne la presenza nel suo profumo più noto, Chanel n.5. Poi ci sono altre essenze di rose di buona qualità, ad esempio la rosa dal Marocco, meno pregiata ma con la quale si fanno ottime eau de parfum, eau de toilette e acqua di rose. Il resto è di sintesi”.

“La scoperta degli studiosi francesi potrà ridare smalto soprattutto ai floricoltori. Mi auguro che annusare un bel mazzo di rose tornerà presto un gesto inebriante” – sottolinea Bosetti Tonatto. ”Nel campo delle fragranze le rose coltivate hanno subito molte selezioni che hanno portato alla maggiore resa possibile dei petali, sono già profumatissime”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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