Il sindaco di Reggio
Calabria, Giuseppe Falcomatà, è intervenuto nel corso della
presentazione del progetto "A-ndrangheta - Una città senza
crimine", realizzato dalla Polizia di Stato e dall'Università
"Mediterranea" di Reggio Calabria e destinato alla formazione di
coscienza civica e critica nelle giovani generazioni chiamate a
reagire e ribellarsi al triste fenomeno della criminalità
organizzata.
Il progetto prevede il coinvolgimento di 32 istituti
scolastici, 64 docenti e 128 studenti interessati quali
referenti delle scuole, 32 Tutor della Polizia di Stato e 480
esperti che parteciperanno agli incontri organizzati tra la
Polizia di Stato e gli studenti, che si svolgeranno nei primi
sei mesi dell'anno scolastico appena iniziato, e che verteranno
su materie come bullismo, reati informatici e violenze tra i
giovani, violenza di genere, criminalità organizzata, droga,
alcool, ludopatia, sicurezza stradale e ferroviaria e
coesistenza tra diversi.
Alla presenza del questore Maurizio Vallone, del rettore
dell'Università Mediterranea Marcello Zimbone e delle autorità
civili e militari Falcomatà si è rivolto alla platea della sala
"Quistelli" della facoltà di Architettura parlando di
"un'iniziativa importante che conferma quanto sia fondamentale
costruire cultura della legalità nell'accompagnare il lavoro
repressivo, fondamentale, messo in campo quotidianamente dalle
forze dell'ordine".
"Oggi, come sta accadendo da qualche anno a questa parte - ha
detto Falcomatà - stiamo raccogliendo grandi risultati dalla
sinergia istituzionale della cosiddetta 'Squadra Città',
composta da istituzioni ed organismi di controllo e garanzia
della pubblica sicurezza. Aprendosi sempre di più al territorio
con percorsi di carattere educativo e culturale, la "Squadra
Città" sta incidendo sulle coscienze utilizzando quella che è
l'arma più importante: l'istruzione. L'Italia, secondo studi di
alcuni importanti istituti di ricerca, è il Paese che ha il
maggior distacco fra 'percezione dei problemi' e 'problemi
reali'. Spesso, nel comune sentire dei ragazzi, delle persone,
dei cittadini, si avvertono come prioritari problemi che, in
realtà, non lo sono affatto. Fra questi, la 'ndrangheta e la
criminalizzata non sono ai primi posti. Queste iniziative,
dunque, sono fondamentali proprio perché dagli studenti, dalle
scuole, dall'università deve partire la consapevolezza della
gravità di tali fenomeni e delle priorità del nostro paese.
La 'ndrangheta, in un territorio che ha grandissimi problemi,
soprattutto di lavoro e di futuro per i giovani, può
affascinare, plagiare, coinvolgere e, purtroppo, prima o poi, in
mancanza di alternative, stringere in un abbraccio mortale i più
deboli o quanti non hanno sufficienti anticorpi per reagire.
Ecco perché serve un lavoro di sinergia. Ecco perché, ogni
azione, è volta al ripristino ed al mantenimento della legalità,
anche quella che può sembrare più banale: fare un campo di
calcio in una periferia significa raccogliere i ragazzi intorno
ad una squadra e far loro apprezzare i valori del sacrificio,
della solidarietà, della lealtà e dell'aiuto reciproco.
Realizzare piazze, non significa soltanto ripristinare il decoro
urbano, ma dare uno sfogo ad un quartiere, a persone che
altrimenti sono portate a stare in casa o a fare dell'altro".
"In questo senso - ha aggiunto il Sindaco di Reggio Calabria
- anche momenti di coinvolgimento degli studenti, il percorso di
'a-ndrangheta', con questa alfa privativa, possono e devono
incidere per arrivare a vivere una città senza mafie che dalla
scuola e dalla consapevolezza dei problemi reali del Paese deve
trovare linfa per controbattere e resistere. Un percorso di
formazione e di educazione che renda le nostre coscienze prive
della cultura 'ndranghetista che molti hanno insita nel proprio
modo d'essere e agire, deve tenere conto di ogni componente che
unisca il Paese intorno a sentimenti e valori che alzano il
livello di fiducia nelle istituzioni e nello Stato. Il progetto
che si inaugura oggi va in questa direzione".
"Da sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana -
ha concluso Falcomatà - non posso che ringraziare, dunque, il
Questore Vallone e l'Università per averlo portato avanti".
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