Per ogni posto disponibile saranno in
pratica tre (2,91) i candidati a contenderselo, considerato il
numero degli ammessi all'orale del concorso per insegnare nella
scuola primaria o dell'infanzia (44.615 aspiranti per 15.340
posti). È quanto emerge raffrontando gli esiti della prima prova
concorsuale e i posti messi a bando per le procedure concorsuali
della scuola primaria e dell'infanzia.
Il calcolo tiene conto complessivamente di tutti i posti (comuni
e di sostegno) per i quali il concorso è stato indetto, così
come mette assieme le due procedure (infanzia e primaria),
essendo praticamente impossibile suddividere i dati dei
partecipanti in base al grado di scuola e alle tipologie di
insegnamento cui aspirano.
Ciò che emerge comunque con grande evidenza è l'enorme
differenza che si registra fra le diverse regioni: se in
Lombardia il numero dei posti in palio supera quello degli
aspiranti, in Umbria per ogni cattedra saranno quasi 25 i
candidati in lizza. Un record, quest'ultimo, che si inserisce in
un quadro nel quale è il nord l'area in cui i candidati avranno
più chance di successo (in quasi tutte le regioni meno di due
candidati in corsa per ogni posto), diversamente da quanto
accade in generale nelle regioni del sud (più di 20 candidati
per ogni posto in Sicilia, quasi 22 in Molise, oltre 18 in
Campania), con qualche eccezione (Puglia e Basilicata con circa
9 candidati per posto e la Sardegna con poco meno di 7).
Facilmente prevedibile, sulla base di quanto già evidenziato
prima ancora che si svolgesse la prova scritta, l'alto numero di
posti che al nord rimarranno scoperti sul sostegno per mancanza
di aspiranti.
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