È stata firmata all'Aran da tutte le
organizzazioni e confederazioni sindacali rappresentative
l'ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell'Area
dirigenziale Istruzione e ricerca relativa al triennio
2019-2021. Il rinnovo riguarda circa 6.500 unità di personale
tra dirigenti della Scuola, dell'Università, dell'Afam, della
Ricerca.
"Con la firma di oggi, si conclude la tornata dei rinnovi
2019-2021 - ha sottolineato il presidente Aran, Antonio Naddeo -
è un contratto che, in linea con gli altri varati nei mesi
scorsi, contiene numerose innovazioni varate in accordo con le
richieste della categoria e riconosce aumenti medi del 3,78%,
pari a 240 euro, di cui 195 sulla retribuzione fissa. Tra le
novità, l'importante mediazione raggiunta con il Ministero
dell'Istruzione e i sindacati rispetto alla rivisitazione della
mobilità interregionale per i dirigenti scolastici, a cui è
riconosciuta la possibilità di passare, nel limite del 60% dei
posti disponibili annualmente, nella Regione in cui si fa
richiesta e tenuto conto dei posti regionali già messi a
concorso dall'amministrazione".
Altra novità di rilievo, "già prevista negli altri contratti
per la dirigenza pubblica, l'introduzione della figura del
'mentor', ossia un dirigente o professionista esperto che viene
chiamato, su base volontaria, ad affiancare il personale
neoassunto durante i primi mesi di servizio. Mi fa
particolarmente piacere evidenziare che su questo contratto c'è
la firma di tutte le organizzazioni sindacali, a differenza di
quanto accaduto per il rinnovo del contratto del comparto, con
la mancata sottoscrizione da parte della Uil Rua. Siamo pronti -
conclude Naddeo - ad aprire la settimana prossima, il 20 marzo,
la nuova tornata contrattuale 2022-2024, partendo dal comparto
Sanità, che riguarda oltre mezzo milione di lavoratori del
Servizio sanitario nazionale".
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