Il ministro dell'Istruzione Giuseppe
Valditara ha presentato le nuove linee guida per l'Educazione
Civica ma queste "riflettono un modello scolastico sempre più
improntato al merito, al classismo e alla punizione". A
sostenerlo è l'Unione degli studenti. "Come studenti - dicono i
ragazzi - riteniamo che queste linee guida manchino lo scopo
dell'educazione civica: formare cittadini consapevoli dei propri
diritti e capaci di pensare in modo critico e libero;
l'alternativa che proponiamo in quanto studenti si basa su un
modello di educazione civica che ci rende protagonisti. Crediamo
sia necessario che questa sia una materia obbligatoria in tutte
le scuole, con un numero di ore equo per ogni indirizzo di
studi. Proponiamo che questa materia non preveda valutazioni
numeriche, poiché il pensiero critico e la consapevolezza
sociale non possono essere misurati con una scala numerica",
afferma Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell'Unione
degli Studenti.
"L'educazione civica deve essere insegnata da docenti
specifici e formati, affiancati da enti e associazioni
territoriali, per trattare temi trasversali che spaziano
dall'educazione finanziaria ai principi costituzionali, fino ai
temi politici, sociali e ambientali. Vogliamo che all'interno
della materia si parli di funzionamento della politica
istituzionale in modo da contrastare fenomeni come
l'astensionismo per formare cittadini impegnati e
coscienti.Ribadiamo la necessità di riformare l'intera didattica
scolastica, rendendo ogni materia più trasversale e aperta ai
temi sociali in ottica transfemminista, decoloniale ed
ecologista. Proponiamo, inoltre, percorsi di educazione
sessuale, al consenso, al piacere e all'affettività da
affiancare all'educazione civica per prevenire la violenza di
genere e formare una società non escludente e consapevole'',
aggiunge Francesco Valentini, responsabile della comunicazione
nazionale dell'Unione degli Studenti.
Per questo gli studenti scenderanno piazza il 15 novembre,
"per ribadire che questa scuola non ci piace e che vogliamo
prendere parola perché 'vogliamo potere'".
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