Il comitato che rappresenta le
istanze di migliaia di docenti specializzati sulle attività di
sostegno denuncia il loro stato "di assoluta indignazione nei
confronti dei provvedimenti recentemente adottati dal ministro
Valditara e dal suo governo nei confronti dei docenti
specializzati sulle attività di sostegno. Le politiche attuali
ci hanno portato in una condizione di contrapposizione interna e
di assoluta precarietà, mettendo a rischio non solo la nostra
professionalità - dicono i componenti - ma anche il benessere e
l'inclusione degli alunni con disabilità che seguiamo con
dedizione. Sin dal mese di marzo, con il sostegno dei sindacati
e di varie parti sociali, abbiamo intrapreso un percorso di
contrasto alle azioni che riteniamo essere deleterie per la
nostra categoria professionale. Non possiamo rimanere in
silenzio di fronte a ciò che consideriamo un attacco diretto
alla qualità dell'educazione inclusiva nel nostro Paese".
Il Comitato docenti di sostegno (Cds) chiede un urgente
intervento ministeriale per modificare la tabella di valutazione
dei titoli nelle graduatorie di sostegno. Attualmente,
l'ordinanza ministeriale prevede un massimo di 36 punti per il
corso abilitante da 30 Cfu, anche nelle graduatorie di sostegno.
"Questa disposizione - spiega il Comitato - privilegia i docenti
che aspirano all'insegnamento di materie specifiche a discapito
di coloro che si dedicano esclusivamente al sostegno". Inoltre,
il Comitato manifesta preoccupazione riguardo ai percorsi
abbreviati erogati dall'Indire. "Questi percorsi "light" non
garantiscono la qualità della formazione dei docenti italiani,
compromettendo l'eccellenza scolastica per cui l'Italia è sempre
stata riconosciuta. I corsi Indire, con il loro costo
aggiuntivo - un altro significativo problema per i precari
italiani - non possono sostituire la solidità professionale
garantita dai Tfa sostegno in Italia. Il nostro governo deve
trovare soluzioni che non compromettano l'intero sistema
educativo, evitando "scorciatoie" che rischiano di accentuare le
tensioni all'interno della categoria". Per il Comitato, "c'è il
rischio che docenti specializzati all'estero, formati con corsi
rapidi e meno rigorosi, vengano considerati alla pari di quelli
formati in Italia, con conseguente riduzione della qualità
complessiva dell'istruzione nel nostro Paese". Infine, il
Comitato esprime contrarietà alla possibilità per le famiglie di
scegliere l'insegnante. Alessio Golia, coordinatore e promotore
del Cds, spiega: "Con il nuovo provvedimento, una volta
confermato il docente nell'anno scolastico precedente, i
genitori potranno richiedere la conferma dello stesso insegnante
per l'anno successivo, previa valutazione del dirigente
scolastico. Questo mette in discussione la nostra
professionalità, sottoponendoci al giudizio e alle preferenze
dei genitori, compromettendo la trasparenza e l'imparzialità del
sistema di reclutamento basato sulle graduatorie pubbliche.
Confidiamo in un tempestivo intervento ministeriale per
correggere queste disparità e tutelare i bisogni educativi degli
alunni più vulnerabili".
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