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'Dopo Mahsa è nato nuovo Iran, non ci piegano'

'Dopo Mahsa è nato nuovo Iran, non ci piegano'

Attivista,c'è grande cambiamento mentale,ma Raisi accolto da Onu

ROMA, 20 settembre 2023, 15:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Valentina Roncati) "Fanno di tutto per mettere sotto pressione il più possibile le donne ma noi resisteremo!" Hasti Diyè, giovane donna iraniana, insegnante e ballerina, scappata ad Istanbul dopo essere stata più volte catturata e poi rilasciata dalla cosiddetta 'polizia morale' del suo Paese dove ha fatto rientro in queste settimane in occasione dell'anniversario dell'uccisione di Mahsa Amini, commenta così con l'ANSA la notizia che il Parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che rafforza le sanzioni contro le donne che non indossano il velo nei luoghi pubblici.
    In passato, prima della rivoluzione che è scoppiata dopo la morte di Mahsa Amini, la ventiduenne uccisa un anno fa e ricordata nei cortei che si sono svolti sabato scorso anche in varie città italiane, ricorda Hasti, "quando ero in Iran, come forma di lotta civile, mostravo pubblicamente la mia opposizione alle restrizioni e alle limitazioni disumane imposte dal regime islamico non mettendo il velo, ballando e baciando il mio partner in pubblico, anche davanti alla polizia". Questi atti le sono costati arresti, interrogatori, botte e la conseguente fuga ad Istanbul appena è riuscita a lasciare l'Iran.
    "Ma questa volta che sono tornata in Iran per l'anniversario di Mahsa Amini, sento una bellissima differenza rispetto al passato e per questo spesso piango per la gioia. Vedo un immenso cambiamento mentale e di comportamento nella società, nelle famiglie e negli amici, una sorta di liberazione intellettuale, di coraggio che si diffonde, un sorriso di soddisfazione nel vedere l'altro liberato internamente e cercare di realizzarlo anche nella vita di tutti i giorni, per renderci liberi dalle catene imposte dal governo islamico", prosegue la giovane.
    "Durante quest'anno - racconta ancora Hasti Diyè - è nato il concetto del 'nuovo iraniano', che può essere un grande esempio per i popoli oppressi del Medio Oriente e di tutti i Paesi del mondo. Un nuovo iraniano che si è liberato dalle rigide tradizioni religiose, con una mentalità globale, il desiderio di progredire. Questa rinascita intellettuale si è verificata in tutti gli strati della società e nelle famiglie, comprese quelle religiose. La Repubblica Islamica ha iniziato un gioco perdente, dopo tutta questa violenza e crudeltà, i veri credenti in Allah si sono ritirati dal governo. La paura del "referendum" dimostra che il governo sa che non è neppure minimamente accettabile.
    Dopo questa rinascita intellettuale, l'unico potere del sistema sono le armi e la violenza, le esecuzioni, l'incarcerazione, le minacce e forse l'acquisto di settori della società a costi enormi. La mente e il cuore delle persone sono cambiati in modo significativo. Il bellissimo Iran attuale mostra pazientemente e in modo non violento al mondo che vuole vivere nella libertà e nella Repubblica islamica, e il resto dei governi non avrà altra scelta che arrendersi alla voglia di vivere e alla libertà del "nuovo Iran".
    Secondo Hasti, il dovere degli occidentali, le cui parole d'ordine sono "diritti umani e libertà", deve essere sostenere le persone che influenzano in modo decisivo la maggioranza, come accademici ed élite, oppositori politici dentro e fuori dal carcere, famiglie in lutto, chi presenta petizioni, artisti, e supportarli sia finanziariamente che 'spiritualmente' per portare la voce dell'Iran nel mondo. "Da loro, gli iraniani dovrebbero essere certi che l'integrità del territorio non sarà toccata. Purtroppo - prosegue la giovane attivista - vediamo che l'esperienza dell'intervento americano nei Paesi vicini non ha avuto successo.
    La disintegrazione di molti di questi Paesi e l'ascesa di governi terroristici possono rafforzare l'idea che l'esistenza di un governo dittatoriale sia migliore della disintegrazione dell'Iran e della sua caduta nelle mani di gruppi terroristici, e l'attuale Repubblica islamica lo usa per persuadere il popolo in tal senso". "Purtroppo vediamo che il presidente di questo regime corrotto e sanguinario, Ebrahim Raisi - conclude Hasti - è andato a New York all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e molti membri del regime partecipano a incontri internazionali.
    E alla fine, siamo noi, il popolo iraniano, che andiamo avanti più determinati che mai per riottenere la nostra vita, la consapevolezza e la libertà".
   

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