"Non smetterò mai di cercare mia
figlia, voglio andare fino in fondo". Lo ha detto il babbo di
Kata, Miguel Angel Romero Chicclo, stasera al corteo che
evidenzia i 30 giorni dalla scomparsa della bambina di 5 anni a
Firenze. Un centinaio di persone, soprattutto immigrati
peruviani, ma anche alcuni fiorentini, hanno manifestato per
chiedere di liberare e far tornare a casa Kataleya, la bimba di
5 anni scomparsa dall'ex hotel Astor di Firenze, il 10 giugno,
un mese fa. Al corteo, partito da piazza Dallapiccola, hanno
partecipato anche i genitori della bimba, anche la madre
Kathrina Alvarez, coi rappresentanti dell'associazione Penelope.
La mamma di Kata ha detto che "per noi è difficile, un mese è
un'eternità per noi. Vorrei sentire la vicinanza della
presidente Meloni sul nostro caso, perché finora non si è fatto
sentire nessuno e sentiamo una grande indifferenza". "Non sto
chiedendo niente - ha precisato - ma voglio solo l'aiuto per
condividere le foto di mia figlia anche all'estero. In questo
momento mi serve tutto l'aiuto possibile". Emanuela Zuccagnoli,
presidente di Penelope Toscana ha detto che è "importante che la
città di Firenze ci sia, perché prima di essere una bambina
peruviana, Kata è una bambina. Bisogna impegnarsi per trovarla.
Rinnoviamo l'appello a chi sa qualcosa di dirlo, anche in forma
anonima, dobbiamo riportare a casa Kata". Arrivato di fronte
all'hotel Astor, il corteo si è fermato brevemente e il parroco
ha chiesto ai presenti di dire una preghiera.
I manifestanti sfilando per le vie del quartiere di San
Jacopino hanno mostrato uno striscione con la scritta 'Piccola
Kata - sempre con te, sempre per te: ovunque e comunque'.
"Giù le mani dai bambini" è uno degli slogan ripetuti dai
partecipanti insieme al perentorio "Liberate Kataleya". Il
corteo è poi tornato in piazza Dallapiccola, da dove era
partito, dove sono state accese alcune candeline posizionate a
terra formando la figura di un cuore.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA