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Ra.i.d festivals 2024 all'Auditorium di Santa Chiara di Solofra

Ra.i.d festivals 2024 all'Auditorium di Santa Chiara di Solofra

Ospiti compagnia messicana Escena Blanca e Posti "Mercurio"

NAPOLI, 18 ottobre 2024, 11:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Auditorium di Santa Chiara di Solofra: qui il prossimo appuntamento dell'edizione 2024 di Ra.i.d. Festivals, la rassegna di danza contemporanea, realizzata con il sostegno di Regione Campania, Comune di Solofra, Comune di Cairano e il riconoscimento del MiC.
    Oggi tocca alla Compagnia messicana Escena Blanca con Azul di Paco Durán, un'opera che riflette la complicata e ambigua sensazione di essere messicano. Il pezzo attraversa le tradizioni e manifestazioni culturali del Messico dal 1950 fino ad oggi. Cosa significa essere un messicano? Come si relaziona con gli altri e con il suo passato? A scanso di un nazionalismo patriottico, sei interpreti, Gabriela Vera, Benazir Jiménez, Paula Acosta, Fátima Alarcón, Joel Olvera, Juan Manuel Suárez, ricercano le radici della cultura messicana, un modo di essere, dall'origine e dal passaggio attraverso e grandi vicissitudini della storia. «Questo è il luogo che ci è toccato. Cosa possiamo fare. Siamo capitati nella Regione più trasparente dell'aria», direbbe il grande scrittore Carlos Fuentes.
    Lo stesso giorno, Raid ospita Through The rite (attraverso il rito), il progetto con il quale il CDTM, Circuito Campano della Danza, capofila di un partenariato con l'Associazione RaIDFestivals, il Festival de Danza Contemporánea Alternativo Hidalgo (Messico) e la New Dance Young Talent (Olanda) ha vinto il bando Boarding Pass Plus (IV edizione - Annualità 2023-2024) promosso dal MiC, pensato per sostenere percorsi internazionali per lo sviluppo dei processi artistici e il consolidamento delle collaborazioni tra professionisti italiani e quelli di altri Stati.
    In scena "Devoto", concept e coreografia Claudio Malangone, autore e interprete Luigi Aruta, assistente alla coreografia Adriana Cristiano, musica originale Alessandro Capasso. La performance nasce con l'idea di indagare la nozione di rito, al di là del senso strettamente religioso, isolando e ordinando gesti e movimenti. Partendo dalla processione delle "Cente" e dei "Fujenti" (riti religiosi tipici del sud Italia) ci si chiede fino a che punto il concetto di rito sia così applicabile a contesti sociali e culturali diversi, che cosa si intenda con questo termine e se esista una qualche componente comune a tutti i comportamenti rituali. Gesti, anche semplici, che assumono un carattere paradigmatico in quanto ripetizione delle gesta di dei, eroi, spiriti o antenati, di cui le attività ordinarie degli uomini non sono che un pallido riflesso. Ne risulta una sorta di cerimonia con specifiche azioni corporee, posture e atteggiamenti, secondo una sequenza precisa che conduce ad una danza, che sia propiziatoria e liberatrice.
    Arte nell'arte, Trough the rite sarà anche l'occasione per presentare al pubblico di Pontecagnano la Mostra fotografica "Sacro e Profano" a cura dell'artista della fotografia e docente UNISA Gianpiero Scafuri con scatti di Gianpiero Scafuri, Giada Ruoppo e Claudio Malangone.
    Domani, al Teatro 99 Posti di Avellino sarà la volta di "Mercurio", performance che nasce dall'incontro tra la coreografa e performer Luna Cenere e il compositore, improvvisatore e sassofonista Antonio Raia. Per definizione la caratteristica di questo metallo è di assommare in sé proprietà antitetiche, essendo un elemento pesante ma anche volatile. Una ricerca che prende anche spunto dall'astronomia e che spazia sino alla mitologia: di cui il simbolo riunisce insieme gli ideogrammi della Luna del Sole e della Terra. Un tema, un simbolo, per racchiudere le riflessioni scaturite dalla condivisione di pratiche, posture e saperi e -al tempo stesso- una metafora contenitrice della dualità del maschile-femminile, di obliquità di senso e trasversalità, senza escludere la dimensione del viaggio e del rischio.
   

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