(di Antonio Pisani)
Resta in carcere perché "potrebbe
ancora uccidere" Mario Eutizia, il 48enne badante napoletano
autoaccusatosi di quattro omicidi di anziani gravemente malati
da lui assistiti negli ultimi dieci anni (a Latina, Casoria e
Vibonati nel Salernitano), ai quali avrebbe somministrato dosi
letali di sedativi e antodolorifici per "farli smettere di
soffrire". Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari
del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Alessandra
Grammatica, al termine dell'udienza di convalida del fermo
emesso dalla Procura il 22 agosto scorso, dopo che Eutizia aveva
confessato le sue responsabilità ai carabinieri e al pm Annalisa
Imparato.
Il gip, che si è dichiarata incompetente per motivi
territoriali e ha disposto la trasmissione degli atti al
tribunale di Latina, il lugo del primo delitto, non ha
convalidato il provvedimento di fermo, non ritenendo sussistente
il pericolo di fuga - è stato infatti lo stesso Eutizia a
consegnarsi ai carabinieri, confessando gli omicidi - ma ha
emesso un'ordinanza di custodia in carcere giudicando "esistenti
e attuali" le esigenze cautelari. In particolare il pericolo di
reiterazione dei reati: se libero, ha ritenuto il gip, Eutizia
potrebbe colpire di nuovo. Il 48enne, nel corso della
confessione resa qualche giorno fa, aveva infatti ammesso di
volersi liberare la coscienza, ma anche di voler "essere
aiutato" a non continuare ad uccidere altri anziani, non
riuscendo a sopportarne la sofferenza.
Oggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove è detenuto,
Eutizia, come spiegato dai suoi avvocati Antonio Daniele e
Gennaro Romano, si è limitato a confermare al gip il contenuto
della confessione resa al pm, senza aggiungere ulteriori
dettagli sui quattro omicidi e senza parlare di altre morti da
lui provocate tra i circa trenta anziani accuditi in dieci anni.
Tecnicamente si è avvalso della facoltà di non rispondere, pur
dicendosi pronto a collaborare: "se dovesse venirmi in mente
qualche altro particolare lo rivelerò subito alla Procura", ha
assicurato Eutizia al magistrato.
I legali del badante valuteranno se ricorrere al Tribunale
del Riesame per chiedere la scarcerazione del loro assistito, ma
non accolgono negativamente la decisione del gip di tenerlo in
carcere.
Dall'ordinanza di custodia cautelare emerge il drammatico
botta e risposta tra Eutizia e il pm di Santa Maria Capua Vetere
Annalisa Imparato circa il motivo della confessione. "Voglio
fermarmi" dice il 48enne; "ma lei lo sa che può prendere
l'ergastolo, e nonostante tutto vuole essere aiutato?", replica
il pm. "Sì, ho paura per le altre persone", insiste Eutizia.
"Tanto quanto posso vivere con quello che ho, un anno e mezzo,
due. Ma io non ce la facevo più". Sempre il gip dà conto della
circostanza che la figlia del 96enne Gerardo Chintemi (la quarta
vittima, deceduta a Vibonati nel marzo di quest'anno), sentita
qualche giorno fa dai carabinieri, ha affermato che Eutizia era
solito rassicurarla sul fatto che il padre "sarebbe morto
dolcemente".
Per ora le indagini dei carabinieri hanno permesso di
identificare due delle quattro vittime indicate da Eutizia:
Luigi Di Marzo deceduto a Casoria nel dicembre 2023 e il 96enne
di Vibonati, i cui corpi sono stati peraltro cremati; restano
invece al momento sconosciute le due vittime di Latina (2014),
per le quale il 48enne non ha dato specifiche indicazioni,
sebbene abbia fatto un nome, ora al vaglio degli investigatori.
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