Chiedono aiuto alla presidente
Meloni, Giuseppe e Francesco Russo, a differenza dei loro
sfortunati parenti rimasti miracolosamente illesi quella sera a
Scampia, quando il ballatoio è precipitato causando tre morti e
oltre una decina di feriti, tra cui sette bambine. Loro erano in
casa e non sul "ballatoio della morte" e questo li ha salvati ma
ora sono alle prese con le conseguenze di quel cedimento, perché
non hanno più casa e perché si devono occupare dei parenti
feriti.
All'avvocato Angelo Pisani, che hanno scelto come loro
legale, hanno affidato il loro appello alla premier. "Avvocato
aiutateci voi - si legge nella missiva che Angelo Pisani si
appresta a inviare - rivolgetevi alla presidente Meloni per
chiedere che si interessi anche delle nostre famiglie e delle
vittime di Scampia com'è stato per Caivano. C'è urgente bisogno
dello Stato e di aiuti veri e urgenti, non promesse o pezze a
colori per nascondere i problemi. Per miracolo siamo rimasti
vivi: siamo due fratelli onesti e lavoratori, vivevamo nella
Vela azzurra e pagavamo il fitto al comune". "Ora dopo questo
disastro", proseguono, "siamo ancora abbandonati al nostro
destino in attesa delle varie riunioni politiche e burocratiche.
Noi abbiamo perso tutto dal 22 luglio, le nostre vite sono
stravolte e cambiate dalla mattina alla sera, ci dividiamo per
dare assistenza alle nostre sorelle e nipotine" che anche fuori
dall'ospedale "avranno bisogno ancora per molto tempo di cure e
assistenze, una sistemazione sicura e noi non abbiamo ancora
neanche un alloggio. Per questo preghiamo la premier o chi ha
più cuore e possibilità di valutare l'emergenza di trovare
almeno due case e una indennità economica adeguata per poter
sopravvivere e ricominciare da capo e poter stare vicini
soprattutto alle bambine, vittime innocenti e bisognose".
"Scriverò subito alla Meloni - aggiunge Pisani - per
chiederle di intervenire come ha fatto a Caivano, a tutela dei
valori e degli affetti delle vittime, che è dovere dello Stato
difendere".
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