Celebrare la danza e valorizzare i
luoghi storici del territorio che si fanno palcoscenico a cielo
aperto di prime nazionali, ma anche ospitare i linguaggi
contemporanei della danza di tutto il mondo. Si conferma questa
l'impalcatura emozionale e artistica di Salerno Danza Festival,
edizione 2024 dell'evento in programma fino a mercoledì 31
luglio in cinque luoghi che profumano di storia: Parco
Archeologico di Pontecagnano, Scavi Archeologici di Velia,
Giardino degli Ulivi, Teatro Kamaraton di Camerota e Palazzo
Ricci di Ascea.
La manifestazione, ideata dal CDTM - Circuito Campano della
Danza, realizzata con il riconoscimento del MiC (che ha inserito
Salerno Danza Festival nella sua programmazione triennale) e il
sostegno di Regione Campania, è considerata tra le più
qualificate e professionali del Sud Italia.
IL PROGRAMMA Si è cominciato al Parco Archeologico di
Pontecagnano, dove gli scavi hanno portato alla luce un intero
isolato della colonia romana di Picentia. Qui, residenza dei
primi tre spettacoli a staffetta, (28, 29 e 30 giugno in
collaborazione con il Progetto "Desiderio" promosso dalla
Direzione Regionale Musei Campania) la Compagnia francese Ez3
Association Expresso Forma ha inaugurato la stagione 2024 con
"Heres, nel nome del figlio" del coreografo e interprete Ezio
Schiavulli. In scena un assolo che ripercorre le tracce dei miti
greci, mentre un ensemble di batteristi professionisti porta il
tempo. La creazione è un parallelismo tra il rapporto
padre-figlio e la costruzione dell'identità Sociale. Oggi tocca
alla Compagnia napoletana Artgarage diretta da Emma Cianchi in
"Ensemble", sessanti minuti in cui la musica dal vivo del
virtuoso violinista flegreo Lino Cannavacciuolo, accompagnato da
una formazione particolare e potente, si intreccia con i passi
della compagnia, un sodalizio che dura da tempo. Protagonisti
corpo e musica. Infine domenica 30 si passa ai linguaggi
contemporanei della Polonia, con la Zawirowania Dance Theatre in
"Tell us about the future", performance che si ispira al romanzo
"Solaris" di Stanislaw Lem, romanziere del Novecento che unì la
fantascienza alla filosofia. La danza racconta la storia di un
uomo che, inviato su un pianeta alieno, affronta ricordi, paure
e traumi personali in totale solitudine. Sabato 6 luglio il
palcoscenico naturale sarà quello del Giardino degli Ulivi di
Ascea. Qui l'Associazione Arabesque (Napoli) diretta da
Annamaria Di Maio in "Stravaganza", le coreografie sono di
Fernando Suels Mendoza. Roberta De Rosa, unica interprete in
scena, celebra il diritto alla stravaganza, esplorando la ricca
diversità della vita e l'unicità di ogni individuo. Il giorno
successivo, il 7, sempre al Giardino, Salerno Danza Festival
prosegue con la Compagnia toscana Adarte in "Perdutamente", 18
minuti di danza contemporanea creati con Lorenzo Di Rocco e
Isabella Giustina per la regia e coreografia di Paola Vezzosi.
Lorenzo Di Rocco e Jennifer Lavinia Rosati interpretano chi si
amò "da morire": Giulietta e Romeo. Le due anime reincarnano, in
una presenza intermittente e discontinua, l'amore folle che li
mosse in vita. A seguire la performance della Compagnia milanese
Déjà Donné in "Mandibola", un progetto creato dalla coreografa
Virginia Spallarossa (la regia è di Gilles Toutevoix) per una
giovane danzatrice ispirato al pugilato inteso come disciplina
romantica e sintesi estrema della vita e desiderio massimo di
sopravvivenza. Se lo sport è epica e teatro, il pugilato per le
sue caratteristiche di individualità, fisicità e prova di
resistenza è l'immagine del dramma; il ring svela i contrasti
nella loro crudezza e immediatezza, concentra le tensioni della
vita e le rappresenta.
Nuovo scenario per Salerno Danza Festival giovedì 11 luglio,
quando, la Compagnia fiorentina Virgilio Sieni, maestro di gesti
e di senso, si esibirà nello straordinario scenario del Teatro
Kamaraton, interamente costruito con fossili di selce, di
Camerota con una nuova produzione, "Satiri". In scena due
danzatori, Jari Boldrini e Maurizio Giunti, accompagnati dalla
musica di Johann Sebastian Bach eseguita dal vivo al violoncello
da Naomi Berrill. Danze sulla soglia segnano lo spazio, forme di
intesa e empatia che esplodono tra dionisiaco e apollineo.
Da venerdì 19 a domenica 21 luglio si torna al Giardino degli
Ulivi. Tocca alla Compagnia veronese Ersilia Danza (il 19) in
"Coppelia" di Laura Corradi. In contrapposizione i due
personaggi femminili, Swanilda e Coppelia. Da una parte la donna
reale, pervasa di emozioni, accecata dalla gelosia, istintiva e
irruente; dall'altra la bambola meccanica, perfetta, che non può
perdere mai il controllo, bella e algida. L'una è Carlotta
Plebs, sanguigna ed emozionale, capace di sgangherarsi per poi
riprendersi in grandi risate; l'altra è Midori Watanabe, che per
educazione e cultura di origine (giapponese) è in grado di
controllare ogni emozione oltre che ogni muscolo, con un viso
che sa di irreale. Doppia esibizione il 20. Su il sipario con il
Balletto di Torino in "Kiss me hard before you go" del
coreografo José Reches, un duetto fluido e dinamico in cui i
corpi dei danzatori viaggiano dentro ad una riflessione
esistenziale che è in grado di muovere e mettere a nudo la
vulnerabilità dell'essere umano. Poi, il testimone dei linguaggi
contemporanei passa alla Compagnia pugliese Menhir in "Tirana my
Rhythm", un progetto di Giulio De Leo che nasce dall'interesse
del coreografo italiano verso il paesaggio culturale albanese.
Elementi della tradizione coreutica popolare albanese vengono
rielaborati in chiave contemporanea e declinati in chiave
ciclica e rituale, per costruire un viaggio poetico in cui il
corpo diventa esso stesso paesaggio e territorio d'incontro fra
sguardi e culture differenti. Il 21 infine lo spettacolo "Little
Something" di Loredana Parrella della Compagnia romana Cie Twain
Physycal Theatre. Tratto dal racconto omonimo di François
Garagnon, la performance racconta il viaggio dell'individuo alla
ricerca di valori spirituali, gli unici capaci di tracciare un
sentiero luminoso nel caos della vita di ogni giorno e pone al
centro dell'esistenza lo Slancio d'Amore che, nel processo di
costruzione di sé, sceglie di divenire un Grande Amore Senza
Fine.
Ancora quattro appuntamenti in due giorni, questa volta a
Palazzo Ricci di Ascea. Il 26 si succedono la Compagnia udinese
Arearea in "Fioriture" e la Compagnia vicentina Naturalis Labor
in "Tempus fugit". Prima un vaso, un uomo, una donna. Fiorire e
sfiorire. Con i piedi nella terra di un piccolo giardino
condiviso, i due appassiscono solitari e, a tratti, si ritrovano
a danzare insieme. Coreografia e danza: Irene Ferrara, Marco
Pericoli, musiche di Marin Marais. Poi un luogo non luogo, uno
spazio definito in un tempo che scorre e sembra non finire mai.
Un'azione che non sembra mai finire, pensata per spazi outdoor.
Di e con Roberta Piazza e Gloria Tonello; musiche di Holm e
Bach. Il giorno seguente, il 27, Atamaca (Roma) e Interno 5
(Napoli). La prima presenta "Lost Solos", nuova creazione
coreografica di Patrizia Cavola e Ivan Truol. La produzione
nasce da una suggestione letteraria accesa dallo scrittore
Eshkol Nevo nel libro Soli e Perduti: la rotta migratoria
sbagliata di uccelli solitari fuori dallo stormo di
appartenenza. La visione del volo solitario di questi uccelli dà
corpo alla creazione di assoli per differenti danzatori con
transizioni e momenti di raccordo che daranno un senso unitario
alla composizione e al percorso coreografico. La seconda
racconta "La caduta", coreografia di Antonello Tudisco, uno
studio tratto da Act of Mercy, lavoro ispirato alle Sette Opere
della Misericordia di Caravaggio. La caduta come conseguenza di
uno squilibrio, di una perdita, di un processo irreversibile.
Motore dell'azione è il precipitare vertiginoso degli angeli, un
tonfo che è il motore dell'emozione, ma anche dell'impossibilità
di ristabilire un ordine perduto.
Al Giardino degli Ulivi di Ascea gli ultimi due appuntamenti con
altrettante compagnie straniere di chiara fama: il 30 luglio la
Compagnia tunisina Al Badil in "El Botinière" del coreografo
Selim Ben Safiain. El Botinière è il nome di un mitico cabaret
nel centro di Tunisi al quale Safiain si rifà per raccontare il
lato nascosto del tunisino, la sua vita notturna. Un viaggio in
un mondo dove gioia, tristezza, amore, odio, sofferenza,
miseria, desideri e vita s'intrecciano. Sei ballerini, 6
personaggi, 6 vite, 6 storie.
L'edizione 2024 di Salerno Danza Festival si conclude il 31
luglio con la austriaca Tanz Company Gervasi in "Brown - 1". In
scena il manifesto del coreografo Elio Gervasi. Con un ensemble
cosmopolita, la performance si libera dalle strutture narrative
tradizionali. La performance unisce astrazione ed emozione,
permettendo al corpo di esplorare i propri desideri,
raggiungendo un equilibrio tra innovazione e perfezione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA