Un viaggio nel centro
storico, tra fede e feste religiose, vissute nei pressi della
Basilica di Santa Maria a Pugliano. Lì dove a pochi metri sorge
il mercato degli abiti usati nato nel Secondo Dopoguerra,
prospero negli anni Settanta, resiliente ai nostri giorni. E
poi, le ville vesuviane, la strada che congiunge gli Scavi con
la città moderna, la Scuola d'arte di pittura e i lavoratori di
pietra lavica.
'Resina, Cuore di Ercolano' è un libro che prende per mano il
lettore e lo accompagna nei vicoletti dell'antico nucleo
originario, scritto da cinque autori con radici salde e solide
nella città degli Scavi: Gaetano Borrelli, Giuseppe Bottone,
Nicola Buonocunto, Biagio Naviglio, Iole Nocerino.
Il libro (edito da La Caravella) sarà presentato sabato 22
giugno alle 18.00 in Villa Campolieto a Ercolano (Napoli).
Resina, il cui toponimo con decreto del Presidente della
Repubblica Italiana cambiò il 12 febbraio del 1969 in quello di
Ercolano, è il punto di riferimento della storia che dalle
origini si dipana fino all' oggi. L' intento degli autori è
stato quello di focalizzare l'attenzione sulla città vecchia,
non sugli Scavi o sul Vesuvio di cui tanto si è scritto, ma su
aspetti anche reconditi e meno noti ai più: gli storici cortili
nei quali veniva effettuato lo 'scarto' ovvero la selezione
degli abiti da vendere, ma anche la Scuola di Resina che ebbe
come punto di riferimento Marco De Gregorio, i cui artisti si
attenevano ad una pittura dal vero eseguita in spazi aperti,
osservando la vita quotidiana del popolo.
Il fulcro del libro, il mercato di Resina (o di Pugliano). Un
excursus sugli indumenti civili che inglesi e americani
inviarono alla popolazione italiana, le balle che giungevano a
Resina, veri e propri scrigni di pizzi e merletti, tute da
soldato dove non era raro ritrovare nelle tasche qualche
dollaro, e anche tulle per abiti da sposa e gli intramontabili
jeans, ancora oggi pezzo forte del mercato. Il periodo d'oro
della fine degli anni Settanta inizio Ottanta "quando l'ultima
ferita" si legge in un passaggio del libro "fu inflitta dal
terremoto che andò ad inficiare un tessuto edilizio, quello del
centro storico, già in condizioni di estremo degrado". Poi la
migrazione delle aziende altrove, la vendita on line che ha
preso il sopravvento, ne hanno minato la gloria di un tempo. Ciò
nonostante, non sono poche le botteghe che resistono: operatori
dello spettacolo vi si riforniscono di abiti da scena e la
clientela più esigente, ancora oggi, vi trova importanti
occasioni. Un capitolo del libro è dedicato alle testimonianze
di alcuni venditori storici che "non sanno stare su internet" e
preferiscono il contatto diretto con la gente nella bottega che
affaccia su strada. Qui vengono raccontate le storie di chi ha
ereditato questo mestiere dal nonno e dal padre ma anche la
ferma volontà di un 20enne che dice "Voglio fare solo questo
nella mia vita, lavorare a Pugliano". Un segno di rinascita è
palazzo Capracotta, che 'rivive' in una delle iniziative di
Ercolano Cultura Vintage, associazione che punta a far conoscere
e valorizzare il patrimonio materiale e immateriale presente sul
territorio. L'edificio storico, da anni puntellato, è stato
tappezzato da jeans variopinti fino a diventare un'attrazione
turistica. Lo scopo, spiegano gli autori in conclusione, era ed
è quello di promuovere un progetto teso al recupero del palazzo
e a un suo futuro utilizzo in linea con la vocazione del
territorio. (ANSA)
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