A metà estate si raccontano con i
numeri le conseguenze della guerra in Ucraina per il turismo
ischitano: il crollo dei turisti russi varia infatti, a seconda
della fascia, dal 50 al 90%.
Per Sud Italia Hotels, il tour operator isolano specializzato
nell'incoming dalla Russia, gli arrivi quest'anno si sono quasi
azzerati con una perdita di fatturato di oltre 5 milioni di
euro. "Abbiamo anche annullato la festa per gli ospiti russi che
organizzavamo ogni anno il 12 giugno, giorno della festa
nazionale della federazione russa", dicono i titolari del tour
operator.
Più contenuto il calo per alcuni alberghi, specializzati in
turismo d'elite, come l'Excelsior ed il Moresco di Ischia Porto,
per i quali la diminuzione dei flussi dalla Russia è stata del
50% e diversi clienti storici, quasi tutti residenti in Europa,
sono comunque arrivati anche se solo a partire da luglio.
Per Giancarlo Carriero, titolare dell' hotel Regina Isabella,
il calo dei clienti russi è quasi dei tre quarti: "Ad agosto
stiamo soffrendo di meno ma a maggio, mese molto amato dai
russi, non abbiamo registrato alcun arrivo. La stagione 2022 è
comunque positiva anche se i mancati arrivi di russi ed ucraini
si sono fatti sentire. Sono rimasti flussi minimi che hanno
grosse difficoltà ad arrivare in Italia per le restrizioni sui
voli aerei".
Per Luca D'Ambra, presidente di Federalberghi Ischia,
rispetto al 2019 quest'anno arriverà ad Ischia solo uno su dieci
dei turisti russi che normalmente arrivavano, che invece prima
della pandemia rappresentavano il secondo mercato turistico
straniero per l'isola verde, col 13% degli arrivi extra Italia.
"Se sommiamo gli ucraini arriviamo al 15% dei turisti stranieri,
una fetta importante della nostra bilancia commerciale
turistica", che ora si è appunto ridotta del dieci per cento;
"siamo contenti di aver recuperato con altri ospiti stranieri,
americani in primis, ma per il cluster del turismo de luxe è una
perdita importante, i russi erano i nostri big spender".
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