Il patrimonio culturale religioso è
la categoria più frequente dei siti Unesco; esso si configura
come un segno che caratterizza fortemente il paesaggio urbano ed
extraurbano: "Se abbandonato si degrada, determinando un danno
su molteplici piani a causa dei costi di manutenzione e gestione
sempre più elevati, della minore capacità attrattiva alla
localizzazione di attività e persone, e degli altri impatti
negativi in molteplici dimensioni". Giovedì 7 novembre, a
Napoli, se ne parlerà in un convegno internazionale in programma
nella sede dell'Iriss-Cnr (diretto da Alfonso Morvillo) in via
Guglielmo Sanfelice, 8. Le assise, rilevano gli organizzatori,
intendono analizzare i valori tangibili e intangibili del
patrimonio culturale religioso, nonché le caratteristiche degli
impatti determinati dalle proposte di riuso funzionale delle
singole tipologie di patrimonio dismesso (chiese, monasteri,
abbazie)". "Occorre ricercare i valori di uso più coerenti con
il 'valore intrinseco' del patrimonio stesso".
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