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ANSAcom - In collaborazione con Unicoop Firenze
“Il riscaldamento globale va a determinare i cambiamenti climatici che si esprimono tramite diverse conseguenze, tutte gravi, ma quella che ci preoccupa di più in questo momento è ‘l’estremizzazione climatica’ che ci pone di fronte a una realtà fatta dai cosiddetti ‘colpi di frusta climatici’. Si tratta del passaggio repentino tra una condizione climatica estrema ad un’altra. Questo può essere scioccante per i sistemi ambientali, sociali ed economici, e gli attuali studi dimostrano come si stia riducendo l’intervallo temporale tra un colpo di frusta e l’altro. E questo determina anche una riduzione della nostra capacità di adattamento”. Lo ha detto Serena Giacomin, presidente di Italian climate network riguardo alla tempesta Ciaran, intervenendo da remoto al convegno ‘Futuro sostenibile – buone pratiche per salvare il nostro Pianeta’ organizzato da Unicoop Firenze per fare il punto sull'impegno ambientale della cooperativa. L’esperta ha poi spiegato che “la perturbazione era ben prevista, già 48 ore prima eravamo in fase di elevata attenzione. Si prevedeva molto bene il fatto che le precipitazioni più intense avrebbero riguardato il territorio tra la Liguria e la Toscana e al nord sul settore prealpino e principalmente il Nord est”. Giacomin ha poi detto che “il rischio a cui siamo sottoposti dipende principalmente da tre fattori: il primo è la pericolosità legata alla perturbazione in transito, gli altri due fattori sono la vulnerabilità de territorio e l’esposizione”. Parlando poi dell’innalzamento delle temperature, Giacomin ha spiegato che secondo le ultime rilevazioni “il mese di ottobre del 2023 porta con sé un altro record perché sono stati registrati 0,85 gradi centigradi in più della media climatica dal 1991 al 2020, una media climatica anche molto recente. Se andiamo ad analizzare l’anomalia dell’ottobre 2023 rispetto alla media dal 1850 al 1900 questa anomalia arriva a 1,43 gradi, quasi un grado e mezzo in più. E questo - ha concluso la studiosa - ci dice come la nostra atmosfera si è avvicinata a quella soglia che la comunità scientifica internazionale ci dice di non superare assolutamente, ovvero i due gradi di temperatura, perché le conseguenze sarebbero ancora più difficili da sopportare”.
ANSAcom - In collaborazione con Unicoop Firenze
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